13/04/2025, 13.04
VATICANO
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Papa alle Palme in piazza: 'Affidare al Signore chi è colpito da guerra, povertà e disastri'

Francesco è apparso davanti a 25mila fedeli senza naselli per l'ossigeno: "Grazie per le preghiere. Mi aiutano a sentire la tenerezza di Dio". Nell’Angelus un nuovo appello per la pace in Sudan, Libano, Ucraina e Medio Oriente. Nell'omelia letta dal card. Sandri: "Davanti all’atroce ingiustizia del male, portare la croce di Cristo non è mai vano".

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Buona Domenica delle Palme! Buona Settimana Santa!”. Papa Francesco è riapparso pubblicamente - come aveva fatto in settimana nella maggiore basilica papale romana e a Santa Maria Maggiore - al termine della celebrazione odierna in piazza San Pietro, presieduta dal cardinale vice decano Leonardo Sandri. Davanti a 25mila fedeli, senza i naselli per l’ossigeno, ha pronunciato poche parole, e si è concesso a generosi saluti tra i partecipanti delle prime file, soffermandosi, stringendo mani e regalando caramelle ai bambini presenti. 

“Vi ringrazio tanto per le vostre preghiere. In questo momento di debolezza fisica mi aiutano a sentire ancora di più la vicinanza, la compassione e la tenerezza di Dio”, dice nel testo dell’Angelus diffuso oggi. “Anch’io prego per voi, e vi chiedo di affidare con me al Signore tutti i sofferenti, specialmente chi è colpito dalla guerra, dalla povertà o dai disastri naturali”. Papa Francesco ricorda in particolare il crollo della discoteca a Santo Domingo (Repubblica Dominicana) che ha causato almeno 225 vittime.

Nell’Angelus rammenta anche il “secondo triste anniversario dell’inizio del conflitto in Sudan”, che iniziava esattamente il 15 aprile del 2023. “Migliaia di morti e milioni di famiglie costrette ad abbandonare le proprie case. La sofferenza dei bambini, delle donne e delle persone vulnerabili grida al cielo e ci implora di agire”, afferma il pontefice. E diffonde un appello destinato alle parti coinvolte affinché “pongano fine alle violenze e intraprendano percorsi di dialogo”, e alla comunità internazionale perché “non manchino gli aiuti essenziali alle popolazioni”.

E il desiderio di pace è anche per il Libano, “dove cinquant’anni fa (nel 1975, ndr) cominciò la tragica guerra civile”, ricorda Bergoglio. “Con l’aiuto di Dio possa vivere in pace e prosperità”. E la pace è invocata anche “nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Sud Sudan”. Paesi in cui imperversano le violenza. Nelle ultime ore in Ucraina un attacco russo ha causato oltre 20 morti e oltre 80 feriti a Sumy. E due missili israeliani hanno colpito l’ospedale anglicano Al Ahli di Gaza City, a pochi metri dalla chiesa di San Porfirio.

Anche nell’omelia letta dal card. Leonardo Sandri papa Francesco ha ricordato la sofferenza della guerra. “Vediamo il Signore nei loro volti (dei ‘cirenei’, ndr), straziati dalla guerra e dalla miseria? Davanti all’atroce ingiustizia del male, portare la croce di Cristo non è mai vano, anzi, è la maniera più concreta di condividere il suo amore salvifico”, dice. Commentando il Vangelo odierno - la Passione del Signore secondo l’evangelista Luca - Bergoglio chiede di riflettere sul gesto “ambivalente” di Simone di Cirene, che “obbligato” dai soldati aiuta Gesù a portare la croce. 

“Per sapere se il Cireneo ha soccorso o detestato l’esausto Gesù, col quale deve spartire la pena, per capire se porta o sopporta la croce, dobbiamo guardare al suo cuore”, aggiunge. “Mettiamoci nei suoi panni: sentiamo rabbia o pietà, tristezza o fastidio? Se ricordiamo che cosa ha fatto Simone per Gesù, ricordiamo pure che cosa ha fatto Gesù per Simone - come per me, per te, per ognuno di noi -: ha redento il mondo”. Papa Francesco invita quindi a seguire il “passo” di Simone, perché “ci insegna che Gesù viene incontro a tutti, in qualsiasi situazione”.

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