Papa alle Ong: La Chiesa fa cose grandi con pochi mezzi
Francesco incontra le Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica, che si sono riunite negli ultimi due giorni a Roma. "Serve più immaginazione, nuove strade per la cultura dell'incontro".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Formare, trovare mezzi, condividere i progetti. Sono i punti proposti dal Papa alle Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica. “La Chiesa - dice Francesco - ha fatto grandi opere con mezzi poveri. Il mondo di oggi chiede più creatività, più immaginazione per fare nuove strade per favorire una cultura dell’incontro”.
Le Ong cattoliche chiudono così una due giorni di incontri sul tema “Verso una società più inclusiva” che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di circa 90 gruppi. Il ruolo delle Ong nelle organizzazioni internazionali è, per Francesco, “una frontiera per la Chiesa in cui potete svolgere un ruolo notevole”. Tenendo a mente tre punti.
Il primo è la formazione degli aderenti, perché “la complessità del mondo e la crisi antropologica in cui siamo immersi esigono una testimonianza coerente di vita per poter suscitare un dialogo e una riflessione positiva sulla dignità umana”.
Ci vuole, per il Papa, “una grande fede e fiducia nel saperci strumenti dell’azione di Dio nel mondo”, considerando che “al primo posto non c’è la nostra efficienza”. Ma serve anche una “preparazione professionale adeguata” per presentare materie scientifiche e umanistiche per “saperle presentare secondo una prospettiva cristiana”, e i mezzi sono nella Dottrina Sociale della Chiesa.
Il secondo punto è quello di “avere le risorse materiali necessarie per raggiungere i fini indicati”. Ma Francesco sottolinea che “le risorse sono importante e necessarie”, ma possono essere insufficienti, eppure non ci si deve scoraggiare, ma si deve “pensare che la Chiesa ha sempre fatto grandi opere con mezzi poveri”, e dunque si tratta di far rendere al massimo i propri talenti, senza essere presi dalle tentazioni delle strutture.
Il terzo punto è la condivisione delle iniziative, perché questo “fa risplendere ancora di più il valore delle opere”, mettendo in risolta anche la sinodalità “al servizio del bene comune, mediante la corresponsabilità e il contributo di ciascuno”.
Conclude Papa Francesco: “Il mondo di oggi esige nuova audacia e nuova immaginazione per aprire altre vie di dialogo e di cooperazione, per favorire una cultura dell’incontro, dove la dignità dell’umano, secondo il piano creatore di Dio, sia posta al centro”.
16/06/2018 13:30