Papa all'Angelus su Libano: 'Siano rispettate le forze di pace dell'Onu'
Da San Pietro la preoccupazione per il Medio Oriente: "Immediato cessate il fuoco su tutti i fronti", ha detto il Pontefice. "Diplomazia e dialogo per ottenere la pace". Sul fronte europeo: "Basta uccidere innocenti". Ricordato il massacro delle gang ad Haiti: lavorare per "dignità e diritti di tutti".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Mentre i rapporti tra Israele e la comunità internazionale si fanno sempre più complicati - con Netanyahu che si rivolge a Guterres affermando: “È giunto il momento di rimuovere l'Unifil (Forza di Interposizione in Libano dell’Onu, ndr) dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah” - questa mattina Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico, dopo la recita dell’Angelus, non ha usato mezzi termini: “Siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite”. Negli scorsi giorni gli attacchi dell’Idf hanno ferito quattro caschi blu di nazionalità singalese e indonesiana: presa di mira la postazione Unifil di Naqoura, nel Libano meridionale. “Continuo a seguire con preoccupazione quanto sta avvenendo in Medio Oriente - ha detto il Pontefice quest’oggi -. E chiedo ancora una volta un immediato cessate il fuoco su tutti i fronti. Si percorrano le vie della diplomazia e del dialogo per ottenere la pace”.
Il Santo Padre ha ribadito anche la sua vicinanza a “tutte le popolazioni coinvolte: Palestina, Israele, Libano”, prime vittime delle violenze. “Prego per tutte le vittime, per gli sfollati, per gli ostaggi che auspico siano subito rilasciati”, ha continuato. Soffermandosi quindi sull’insensatezza della guerra, la cui persistenza non causerà che altro dolore, allontanando sempre più dall’ottenimento della pace. “Spero che questa grande e inutile sofferenza generata dall’odio e dalla vendetta finisca presto”, sono le parole di Bergoglio. “Fratelli e sorelle, la guerra è un’illusione, è una sconfitta. Non porterà mai la pace. Non porterà mai la sicurezza. È una sconfitta per tutti. Soprattuto per chi si crede invincibile. Fermatevi, per favore”, è il deciso appello del Papa.
“All’intercessione della Madonna affidiamo la martoriata Ucraina, il Myanmar, il Sudan, le altre popolazioni che soffrono per la guerra e ogni forma di violenza e di miseria”, ha detto al termine dell’intervento che ha seguito la recita della preghiera mariana. E parlando del fronte europeo l’appello condiviso con i numerosi fedeli radunati in piazza San Pietro sotto un cielo sereno, è “affinché gli ucraini non siano lasciati morire di freddo. Cessino gli attacchi aerei contro la popolazioni civile, che è sempre la più colpita”. E ha aggiunto: “Basta uccidere innocenti”.
Un pensiero è stato dedicato anche ad Haiti, dove gli scorsi giorni - la notte tra il 3 e il 4 ottobre - si è consumato un terribile massacro, 115 le vittime, per mano delle bande armate, a Pont-Sondé. “Continuano le violenze contro la popolazione, forzata a fuggire dalle proprie case in cerca di sicurezza altrove, dento e fuori del Paese”, ha detto il Vescovo di Roma. L’invito è di non dimenticare “i nostri fratelli sorelle” del Paese caraibico. “Chiedo a tutti di pregare affinché cessi ogni forma di violenza e con l’impegno della comunità internazionale si continui a lavorare per costruire la pace e la riconciliazione nel Paese, difendendo sempre la dignità e i diritti di tutti”, ha aggiunto Papa Francesco.
Prima dell’Angelus, commentando la Parola del giorno (Mc 10,17-30), il Pontefice si è soffermato sui due movimenti che caratterizzano nel brano l’uomo ricco che domanda a Gesù: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (v. 17). Quello di corrergli incontro e quello di andarsene via. Sul primo Bergoglio ha detto che “è come se qualcosa nel suo cuore lo spingesse”. Infatti, nonostante possedesse molte ricchezza, quell’uomo era insoddisfatto. “Porta dentro un’inquietudine, è alla ricerca di una vita più piena”. Ha bisogno di una “guarigione”. “Gesù lo guarda con amore; poi, gli propone una terapia: vendere tutto quello che ha, darlo ai poveri e seguirlo”, ha spiegato Francesco. A quel punto, arriva un’azione “inattesa”: “quell’uomo si fa triste in volto e se ne va via! Tanto grande e impetuoso è stato il desiderio di incontrare Gesù, quanto freddo e veloce il congedo da Lui”.
“Anche noi, portiamo nel cuore un insopprimibile bisogno di felicità e di una vita colma di significato; tuttavia, possiamo cadere nell’illusione di pensare che la risposta si trovi nel possesso delle cose materiali e nelle sicurezze terrene”, ha aggiunto. La ricchezza che veramente conta è in verità un’altra: “essere guardati con amore dal Signore”. “È una grande ricchezza questa, come fa Gesù con quell’uomo, lo guarda con amore, e amarci tra di noi facendo della nostra vita un dono per gli altri”. Quindi, cosa significa “vendere tutto per darlo ai poveri”? Rischiare l’amore. “Significa spogliarci di noi stessi e delle nostre false sicurezze, facendoci attenti a chi è nel bisogno e condividendo i nostri beni, non solo le cose ma ciò che siamo: i nostri talenti, la nostra amicizia, il nostro tempo, e così via”, ha detto Bergoglio.