20/05/2023, 12.02
VATICANO
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Papa al G7 di Hiroshima: ‘Da armi nucleari nessuna sicurezza’

Lettera di Francesco al vescovo della città martire giapponese dove è in corso il vertice. “L’atomica moltiplica i rischi offrendo solo un’illusione di pace. Serve una cooperazione multilaterale responsabile che affronti questioni come l’accesso a cibo e acqua, il rispetto dell’ambiente, l’assistenza sanitaria, l’equa distribuzione dei beni”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Le armi nucleari e le altre armi di distruzione di massa rappresentano un moltiplicatore di rischio che dà solo un'illusione di pace”. Lo scrive papa Francesco in una lettera inviata al vescovo di Hiroshima, mons. Alexis Mitsuru Shirahama, in occasione del vertice del G7 in corso nella città giapponese vittima il 6 agosto 1945 del bombardamento atomico. Un messaggio che affronta in maniera diretta anche i pericoli di una corsa al dispiegamento di nuove armi nucleari in Asia, sulla spinta delle tensioni in atto intorno a Taiwan, alla Corea del Nord e al Mar Cinese Meridionale.

“Mentre il vertice del G7 si riunisce a Hiroshima per discutere questioni urgenti dinanzi alle quali si trova attualmente la comunità mondiale - scrive il pontefice - desidero assicurarLe la mia vicinanza spirituale e la mia preghiera affinché il summit sia fruttuoso. La scelta di Hiroshima come luogo dell’incontro è particolarmente significativa alla luce della continua minaccia del ricorso ad armi nucleari”. Il papa ricorda la sua visita del 2019 al Memoriale della Pace e le sue parole sulle armi atomiche come “un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”. “È a quel futuro - aggiunge - che uomini e donne responsabili guardano ora con preoccupazione, specialmente sulla scia della esperienza di una pandemia globale e del persistere di conflitti armati in diverse regioni, tra cui la devastante guerra che si sta combattendo su suolo ucraino”.

Richiamando l’orizzonte della fratellanza e della solidarietà nella famiglia umana, il papa scrive che “nel mondo multipolare del ventunesimo secolo la ricerca della pace è strettamente collegata al bisogno di sicurezza e alla riflessione sui mezzi più efficaci per garantirla”. Ma “la sicurezza globale deve essere integrale, capace di abbracciare questioni come l’accesso a cibo e acqua, il rispetto dell’ambiente, l’assistenza sanitaria, le fonti energetiche e l'equa distribuzione dei beni del mondo”. Per questo chiede a tutti gli attori governativi e non governativi di perseguire la strada di una “cooperazione multilaterale responsabile”.

Come “simbolo della memoria”, Hiroshima “proclama con forza l’inadeguatezza delle armi nucleari per rispondere in modo efficace alle grandi minacce odierne alla pace e per garantire la sicurezza nazionale e internazionale”. E questo non solo per le conseguenze devastanti di un eventuale uso di armi nucleari, ma anche per “lo spreco a la cattiva destinazione di risorse umane ed economiche che la loro produzione comporta” e il “clima di paura e sospetto generato dal mero possesso delle stesse, che compromette la crescita di un clima di fiducia reciproca e di dialogo”.

“Assicurando la mia preghiera per Lei e per quanti sono affidati alla sua cura pastorale - conclude papa Francesco - mi unisco nella preghiera affinché il vertice del G7 a Hiroshima dia prova di una visione lungimirante nel gettare le fondamenta per una pace duratura e per una sicurezza stabile e sostenibile a lungo termine”.

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