18/11/2024, 16.52
VATICANO
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Papa al G20 di Rio: 'L'avidità che alimenta la fame dei poveri è un omicidio'

Il messaggio del pontefice ai leader dei Paesi più industrializzati riuniti in Brasile: "C'è cibo per tutti nel Pianeta, si promuovano investimenti per aiutare i poveri a soddisfare i loro bisogni primari". "Rinunciate alle spese per le armi e create un fondo globale per lo sviluppo". No a progetti “imposti dall'alto o da entità che cercano solo i propri interessi o il proprio profitto”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “La silenziosa accettazione della fame da parte della società umana è una scandalosa ingiustizia e una grave offesa. Quanti, attraverso la speculazione e l'avidità, causano la fame e la morte dei loro fratelli e sorelle della famiglia umana, commettono indirettamente un omicidio, che è loro imputabile”.

Lo scrive papa Francesco nel messaggio indirizzato ai leader dei Paesi del G20 - il gruppo delle maggiori economie mondiali - riuniti a Rio de Janeiro per il vertice annuale ospitato quest’anno dal Brasile. Nel testo - letto oggi dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, durante la prima sessione di lavori - il pontefice torna a denunciare la piaga della fame, con il grande paradosso per cui nel mondo di oggi 3 miliardi di persone “non hanno accesso a una dieta nutriente”, mentre altri 2 miliardi “sono in sovrappeso o obese a causa di un’alimentazione scorretta”.  

Contraddizioni che le guerre non fanno altro che esacerbare: “I conflitti armati – ricorda Francesco - non sono solo responsabili di un numero significativo di morti, di sfollamenti di massa e di degrado ambientale, ma contribuiscono anche ad aumentare le carestie e la povertà, sia direttamente nelle aree colpite sia indirettamente nei Paesi che si trovano a centinaia o migliaia di chilometri di distanza dalle zone di conflitto, in particolare attraverso l'interruzione delle catene di approvvigionamento. Le guerre continuano ad esercitare una notevole pressione sulle economie nazionali, soprattutto a causa dell'esorbitante quantità di denaro spesa per armi e armamenti”.

Di qui l’appello a “un'azione immediata e decisiva”, che “deve essere intrapresa in modo congiunto e collaborativo, con il coinvolgimento dell'intera comunità internazionale”. Per il papa l'eliminazione della malnutrizione non può essere raggiunta “semplicemente aumentando la produzione alimentare globale”, dal momento che ci sarebbe già “cibo sufficiente per sfamare tutte le persone sul nostro pianeta”. È piuttosto una questione di equa distribuzione e di “investimenti che aiutino i poveri e gli affamati a soddisfare i loro bisogni primari”.

Ai grandi della Terra chiamati a dare concretezza alla loro “Alleanza globale contro la fame e la povertà” il papa ricorda la proposta avanzata da tempo dalla Santa Sede che chiede di reindirizzare i fondi attualmente destinati alle armi e ad altre spese militari verso un fondo globale destinato ad affrontare la fame e a promuovere lo sviluppo nei Paesi più impoveriti. “Questo approccio - scrive Francesco - contribuirebbe a evitare che i cittadini di questi Paesi siano costretti a ricorrere a soluzioni violente o illusorie, o a lasciare i loro Paesi in cerca di una vita più dignitosa”.

Ma il pontefice chiede anche un’attenzione alla vita concreta delle comunità locali nell’elaborazione delle strategie per la lotta alla fame. “La ricchezza culturale e le tradizioni dei popoli non possono essere ignorate o distrutte in nome di un concetto ristretto e miope di progresso. Così facendo - ammonisce - rischierebbe di diventare sinonimo di colonizzazione ideologica”, con interventi e progetti “imposti dall'alto o da entità che cercano solo i propri interessi o il proprio profitto”.

“Da parte sua - aggiunge - la Santa Sede continuerà a promuovere la dignità umana e a dare il suo specifico contributo al bene comune, offrendo l'esperienza e l'impegno delle istituzioni cattoliche di tutto il mondo, affinché nel nostro mondo nessun essere umano, in quanto persona amata da Dio, sia privato del suo pane quotidiano. Che Dio Onnipotente - conclude il papa rivolgendosi ai leader del G20 - benedica abbondantemente le vostre opere e i vostri sforzi per l'autentico progresso dell'intera famiglia umana”.

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