Papa ad Hariri: Libano, modello di convivenza e “messaggio” per tutto il Medio oriente
Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il premier libanese Saad Hariri. L’esemplare convivenza delle diverse comunità religiose nel Paese è un modello per tutta l’area mediorientale. Al Sinodo dei vescovi del Medio oriente il compito di promuovere il dialogo “interculturale e interreligioso”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La situazione in Libano e la condizione dei cristiani nell’area mediorientale sono i temi al centro dell’incontro fra papa Benedetto XVI e il premier libanese Saad Hariri, avvenuto questa mattina nel Palazzo Apostolico in Vaticano. Al termine del colloquio, svolto in un “clima di grande cordialità” – come recita il comunicato stampa diffuso dalla Santa Sede – il primo ministro ha reso visita al Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
Benedetto XVI e Hariri hanno sottolineato l’importanza del Libano, che per decenni ha fornito un modello di convivenza pacifica fra cristiani e musulmani. L’auspicio – recita il comunicato – è che “tramite l’esemplare convivenza” delle diverse comunità religiose che lo compongono, il Paese “rimanga un ‘messaggio’ per la Regione mediorientale e per tutto il mondo”.
Nei giorni scorsi, tra l’altro, il governo libanese ha annunciato il proposito di istituire una festa islamo-cristiana nel nome dell’Annunciazione di Maria. Essa avrà un timbro “nazionale”, più che “religioso” e si affiancherà a quella dell’Annunciazione, senza sostituirla. Tuttavia, la nuova festività intende rafforzare il “simbolo di unità” fra i libanesi nel nome della Madonna – figura riverita anche dai fedeli di Maometto – e “incoraggiare l’immagine di un Libano ‘Paese simbolo’ di pluralismo e tolleranza”, come più volte ripetuto da Giovanni Paolo II.
Papa Ratzinger e Saad Hariri hanno inoltre sottolineato la necessità di trovare una “soluzione giusta e globale ai conflitti” che insanguinano la regione mediorientale. Per raggiungere l’obiettivo – continua la nota – è importante promuovere il “dialogo interculturale e interreligioso” che sia foriero di pace e giustizia.
I cristiani del Medio oriente sono vittime di violenze settarie e persecuzioni, che spingono i fedeli ad abbandonare i luoghi di origine in cerca di riparo. In tale prospettiva, si è accennato alla prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi del Medio oriente – in programma dal 10 al 24 ottobre 2010 – che dovrà indicare soluzioni per arginare un esodo di massa che rischia di svuotare la regione della presenza cristiana. Benedetto XVI e Hariri hanno ricordato “l’importanza dell’opera dei cristiani nel Paese” che va a beneficio di “tutta la società, in particolare attraverso le sue istituzioni educative, sanitarie e assistenziali”.
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