Papa a Ostia: Corpus Domini, Gesù ci prepara un posto e un cibo e ci chiede di ‘preparare’
Andando contro alla tradizione vaticana, papa Francesco celebra la solennità nella città che 50 anni prima aveva ricevuto la visita di Paolo VI. L’eucarestia è “il pane che sfama le nostre attese più grandi e alimenta i nostri sogni più belli”. “Noi, che riceviamo da Gesù vitto e alloggio, siamo qui per preparare un posto e un cibo a questi fratelli più deboli”. Le persone sole, sofferenti, bisognose “sono tabernacoli abbandonati”. "Gesù desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza e dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità”.
Ostia (AsiaNews) – Nell’Eucaristia, Gesù prepara per noi “un posto e un cibo”, “vitto e alloggio”. Allo stesso tempo Gesù chiede anche ai suoi discepoli “di preparare”. È quanto papa Francesco ha sottolineato oggi nell’omelia tenuta in occasione del Corpus Domini da lui celebrata ad Ostia, città del litorale romano, a circa 40 km a sud-ovest di Roma. Di per sé in Vaticano la solennità del Corpus Domini si celebra al giovedì dopo la domenica della Trinità – e quindi doveva essere il 31 maggio. Invece, papa Francesco ha voluto celebrare la solennità alla domenica – come avviene in Italia e in molte parti del mondo - nel luogo dove, 50 anni fa, Paolo VI ha celebrato il Corpus Domini e benedetto la prima pietra della chiesa di santa Monica (la madre di sant’Agostino, che morì a Ostia). Francesco ha celebrato la messa proprio sulla piazza davanti a quella chiesa. Ostia è anche una di quelle “periferie” tanto care a Francesco, dove c’è abbandono, criminalità, gruppi mafiosi. Nell’omelia di Francesco c’è un vago accenno a questa situazione, quando dice: “Avete provato situazioni dolorose; il Signore vuole esservi vicino. Apriamogli le porte”.
Nell’eucaristia, ha detto in precedenza, Gesù ci prepara “un posto e un cibo”. Il posto è “la Chiesa, dove c’è e ci dev’essere posto per tutti”. Ma, ha aggiunto, “l’Eucaristia ci prepara anche un posto lassù, nell’eternità, perché è il Pane del cielo. Viene da là, è l’unica materia su questa terra che sa davvero di eternità. È il pane del futuro, che già ora ci fa pregustare un avvenire infinitamente più grande di ogni migliore aspettativa. È il pane che sfama le nostre attese più grandi e alimenta i nostri sogni più belli. È, in una parola, il pegno della vita eterna”.
“Cari fratelli e sorelle, scegliamo questo cibo di vita: mettiamo al primo posto la Messa, riscopriamo l’adorazione nelle nostre comunità! Chiediamo la grazia di essere affamati di Dio, mai sazi di ricevere ciò che Egli prepara per noi”.
Ma anche ai fedeli è chiesto di “preparare” la cena. Il papa spiega il “dove”: “Gesù non predilige luoghi esclusivi ed escludenti. Egli ricerca posti non raggiunti dall’amore, non toccati dalla speranza. In quei luoghi scomodi desidera andare e chiede a noi di fargli i preparativi. Quante persone sono prive di un posto dignitoso per vivere e del cibo da mangiare! Ma tutti conosciamo delle persone sole, sofferenti, bisognose: sono tabernacoli abbandonati. Noi, che riceviamo da Gesù vitto e alloggio, siamo qui per preparare un posto e un cibo a questi fratelli più deboli. Egli si è fatto pane spezzato per noi; chiede a noi di donarci agli altri, di non vivere più per noi stessi, ma l’uno per l’altro. Così si vive eucaristicamente: riversando nel mondo l’amore che attingiamo dalla carne del Signore. L’Eucaristia nella vita si traduce passando dall’io al tu”.
“Il Signore ci chiama anche oggi a preparare il suo arrivo non rimanendo fuori, distanti, ma entrando nelle nostre città. Anche in questa città, il cui nome – ‘Ostia’ – richiama proprio l’ingresso, la porta. Signore, quali porte vuoi che ti apriamo qui? Quali cancelli ci chiami a spalancare, quali chiusure dobbiamo superare? Gesù desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza e dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità”.
Riferendosi poi alla processione con il Santissimo Sacramento, che sarebbe seguita alla messa, egli ha concluso: “Al termine della Messa, saremo anche noi in uscita. Cammineremo con Gesù, che percorrerà le strade di questa città. Egli desidera abitare in mezzo a voi. Vuole visitare le situazioni, entrare nelle case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare”.
Al termine della messa ha preso forma la processione con il Santissimo Sacramento, sorretto da mons. Angelo De Donatis, vicario per la diocesi di Roma. La processione si è snodata attraverso alcune strade del quartiere e si è conclusa nei pressi della parrocchia di Nostra Signora di Bonaria. Qui il papa ha impartito la benedizione eucaristica, accolta con un fragoroso applauso da parte dei fedeli.
23/06/2019 12:22