Papa a Cuba: Appello per la pace e la riconciliazione in Colombia (e a Cuba)
L’Avana (AsiaNews) - “Per favore, non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione”. E’ la supplica che Francesco ha rivolto ai fedeli presenti alla messa e al presidente Raul Castro, presente alla celebrazione, che il pontefice ha voluto ringraziare “per tutto ciò che fa per questa riconciliazione”.
Le parole del pontefice hanno introdotto l’Angelus a conclusione dell’eucaristia in Plaza de la Revolucion. Esse si riferiscono al processo di riconciliazione iniziato fra Cuba e gli Stati Uniti, di cui lo stesso papa e il Vaticano sono stati fra i mediatori.
Ma l’appello era anche e anzitutto un appello al cammino di pace e di riconciliazione in Colombia, da decenni soffocata da una lotta fra governo e miliziani appartenenti a diversi gruppi di guerriglia, dove è in atto un nuovo tentativo di dialogo.
“In questo momento – ha detto Francesco - mi sento in dovere di rivolgere il mio pensiero all’amata terra di Colombia, «consapevole dell’importanza cruciale del momento presente, in cui, con sforzo rinnovato e mossi dalla speranza, i suoi figli stanno cercando di costruire una società pacifica». Che il sangue versato da migliaia di innocenti durante tanti decenni di conflitto armato, unito a quello di Gesù Cristo sulla Croce, sostenga tutti gli sforzi che si stanno facendo, anche in questa bella Isola, per una definitiva riconciliazione. E così la lunga notte del dolore e della violenza, con la volontà di tutti i colombiani, si possa trasformare in un giorno senza tramonto di concordia, giustizia, fraternità e amore, nel rispetto delle istituzioni e del diritto nazionale e internazionale, perché la pace sia duratura. Per favore, non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione”. E dopo un sonoro applauso della folla, egli ha aggiunto: “Grazie a lei signor presidente [Raul Castro] per tutto ciò che fa per questa riconciliazione”.
Sul tema della riconciliazione è intervenuto anche il card. Jaime Ortega y Alamino, arcivescovo dell’Avana che ringraziando papa Francesco della sua venuta nell’isola, ha detto l’appello alla pace e alla riconciliazione fra Cuba e gli Stati Uniti non è solo “fra i due stati , ma anche fra i cubani qui e negli Stati Uniti o fuori da Cuba. Solo l’amore e il perdono saranno lo strumento valido per il bene del popolo cubano”.
Dopo il loro abbraccio, il papa ha regalato al cardinale un calice.
Prima di introdurre la preghiera mariana, Francesco aveva esortato i fedeli a rivolgere lo sguardo “alla Vergine, nostra Madre. E le chiediamo che ci insegni a stare vicino alla croce del fratello che soffre. Che impariamo a vedere Gesù in ogni uomo sfinito sulla strada della vita; in ogni fratello affamato o assetato, che è spogliato o in carcere o malato”.
“Vi invito – ha aggiunto alla fine - ad unirvi a me nella preghiera a Maria, per mettere tutte le nostre preoccupazioni e aspirazioni presso il Cuore di Cristo. E in modo particolare la preghiamo per coloro che hanno perso la speranza, e non trovano motivi per continuare a lottare; per quanti soffrono l’ingiustizia, l’abbandono e la solitudine; preghiamo per gli anziani, i malati, i bambini e i giovani, per tutte le famiglie in difficoltà, perché Maria asciughi le loro lacrime, li consoli con il suo amore di Madre, restituisca loro la speranza e la gioia. Madre santa, ti affido questi tuoi figli di Cuba: non abbandonarli mai!”.