27/09/2024, 14.06
BELGIO-VATICANO
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Papa a Bruxelles: 'Vergogna per gli abusi sui minori nella Chiesa'

Rispondendo alle critiche avanzate dal premier de Croo per le denunce insabbiate nella Chiesa belga, il pontefice ha parlato a braccio accostando questa piaga alla strage degli Innocenti. "Anche un solo caso è sufficiente per vergognarsi". Condanna anche per le "adozioni forzate" imposte alle ragazze madri: "Succede ancora oggi in alcune culture. Si manipolano valori che derivano dal Vangelo, con un pesante esito di sofferenze e di esclusione”.

Bruxelles (AsiaNews) - Gli abusi sui minori sono “una vergogna”. E tutti noi “dobbiamo prenderla in mano, chiedere perdono e risolvere il problema”. È stato lo scandalo della pedofilia nella Chiesa a dominare oggi la prima giornata della tappa in Belgio del viaggio apostolico di papa Francesco nel cuore dell’Europa. Ferita profonda in questo Paese dove ci sono state pesanti accuse di insabbiamento della verità e proprio la scorsa settimana il parlamento locale ha votato per l’istituzione di una commissione di inchiesta sugli abusi sessuali contro minori commessi da figure riconducibili alla Chiesa cattolica tra cui il vescovo emerito di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, dimesso solo recentemente dal Vaticano allo stato laicale.

Un tema scomodo, che Francesco ha voluto affrontare con un passaggio molto forte aggiunto a braccio al discorso pronunciato davanti al re Filippo e alle altre autorità del Paese, che già nel testo preparato comprendeva un ampio passaggio dedicato alla questione. Ma dopo aver ascoltato le dure critiche rivolte dallo stesso premier belga Alexander de Croo nel suo indirizzo di salute il pontefice ha ritenuto opportuno prestare ancora maggiore attenzione.

“Lei si impegna per un approccio giusto ed equo ma il cammino è ancora lungo - ha detto il capo del governo di Bruxelles rivolgendosi a papa Francesco -. Non bastano le parole. Servirebbero passi concreti da compiere. Le vittime devono essere sentite. Devono occupare un posto centrale. Hanno diritto alla verità. Per poter rivolgere lo sguardo in avanti, la Chiesa deve chiarire il suo passato”.

In realtà - conoscendo bene il male compiuto da questa ferita nella comunità cattolica belga - si stava già lavorando a un incontro privato tra il pontefice e una quindicina di vittime rimaste segnate da questi abusi, che dovrebbe avvenire nella serata di oggi. Ma Francesco ha ulteriormente espresso la sua condanna facendo riferimento alla pagina evangelica della strage degli Innocenti. “Noi pensiamo: ‘Oh che tragedia, cosa ha fatto il re Erode’, ma oggi nella Chiesa c’è questo crimine; la Chiesa deve vergognarsi e chiedere perdono e cercare di risolvere questa situazione con l’umiltà cristiana. E mettere tutte le condizioni perché questo non succeda più. Qualcuno - ha aggiunto - mi dice: ‘Santità, pensi che secondo le statistiche la grande maggioranza degli abusi avviene in famiglia o nel quartiere o nel mondo dello sport, nella scuola’. Uno solo è sufficiente per vergognarsi. Nella Chiesa dobbiamo chiedere perdono di questo; gli altri chiedano perdono per la loro parte. Questa è la nostra vergogna e la nostra umiliazione”.

Francesco ha espresso inoltre il suo rammarico anche per un altro fenomeno: quello delle “adozioni forzate” dei figli di ragazze madri, avvenute in Belgio tra gli Cinquanta e Settanta del secolo scorso. “Spesso la famiglia e altri attori sociali, compresa la Chiesa - ha commentato il pontefice - hanno pensato che per togliere lo stigma negativo, che purtroppo a quei tempi colpiva la madre non sposata, fosse preferibile per il bene di entrambi, madre e bambino, che quest’ultimo venisse adottato. Ci furono persino casi nei quali ad alcune donne non venne data la possibilità di scegliere se tenere il bambino o darlo in adozione. E questo succede oggi in alcune culture, in qualche Paese. Come successore dell’Apostolo Pietro - ha aggiunto - prego il Signore, affinché la Chiesa trovi sempre in sé la forza per fare chiarezza e per non uniformarsi alla cultura dominante, anche quando tale cultura utilizzasse - manipolandoli - valori che derivano dal Vangelo, per trarne però indebite conclusioni, con il loro pesante esito di sofferenze e di esclusione”.

Richieste di perdono in un discorso che – analogamente a quello di ieri in Lussemburgo – ha sottolineato fortemente quanto la storia del Belgio possa costituire una memoria preziosa per il mondo sfigurato dal ritorno della guerra. “La storia, magistra vitae troppo spesso inascoltata - ha commentato Francesco - dal Belgio chiama l’Europa a riprendere il suo cammino, a ritrovare il suo vero volto, a investire nuovamente sul futuro aprendosi alla vita, alla speranza, per sconfiggere l’inverno demografico e l’inferno della guerra! Sono due calamità in questo momento. L’inferno della guerra, lo stiamo vedendo, che può trasformarsi in una guerra mondiale. E l’inverno demografico; per questo – ha concluso - dobbiamo essere pratici: fare figli, fare figli”.

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