Papa Francesco e la resistenza ucraina. Gli appelli per Oleg Sentsov
Ieri il saluto ai giovani ucraini. Lo scorso 8 agosto un incontro con altri giovani ucraini e il ministro degli esteri Pavel Klimkin. L’ideale della pace e la ricerca di appoggi sulla situazione della Crimea e sul destino del regista Oleg Sentsov, in sciopero della fame da circa 80 giorni. La solidarietà dei greco-cattolici in Ucraina, Usa e Canada.
Mosca (AsiaNews) – Le comunità ucraine nel mondo premono su papa Francesco e il Vaticano perché appoggi il destino della nazione e delle Chiese lì presenti, in tensione con la Russia. Proprio ieri, dopo la preghiera dell’Angelus, Francesco ha salutato dei giovani ucraini presenti in piazza san Pietro e li ha incoraggiati “ad essere operatori di pace e riconciliazione”.
Lo scorso 8 agosto il papa ha ricevuto in udienza un gruppo di giovanissimi ospiti dall’Ucraina, guidati da Pavel Klimkin, ministro ucraino degli esteri. A nome di tutti i ragazzi, Klimkin ha donato al pontefice il “Libro della bontà”.
Si tratta di una raccolta di storie e disegni dei bambini e dei ragazzi ucraini, sul tema del bene che sconfigge il male. “In questa edizione unica, preparata a mano su carta di cotone e fibre vegetali di quelle regioni dell’Ucraina da cui provengono le storie sulla bontà” - come viene illustrato dai rappresentanti del ministero - “sono stati raccolti 50 racconti sul bene presi dalla realtà e 50 disegni; in essi si riflettono i punti di vista dei ragazzi sull’umanità, la sincerità e la compassione nella realtà vissuta al giorno d’oggi”. Klimkin ha dichiarato che il papa ha consegnato il “Libro della Bontà” alla Biblioteca Vaticana.
Il ministro era già stato in udienza privata dal papa nel maggio del 2015, quando aveva invitato il pontefice a compiere una visita pastorale in Ucraina. Con il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, egli ha discusso le questioni “scottanti” che preoccupano il governo ucraino, quali la perdita della Crimea a causa della “aggressione russa” e le altre vicende legate al conflitto tra Kiev e Mosca, come la tanto discussa richiesta di “autocefalia” della Chiesa ortodossa ucraina.
Secondo le parole del ministro, “anche se diciamo sempre che la politica è una cosa, e la fede è un’altra, dobbiamo essere onesti: la Chiesa russa viene strumentalizzata in Ucraina per scopi politici. Il ruolo del Vaticano in questa questione è molto importante, può aiutare o complicare molte cose. Io vorrei che fosse d’aiuto”. Nelle sue parole pare esservi un certo scetticismo dopo l’incontro con Parolin.
Un’altra questione su cui il ministro degli Esteri ucraino si è intrattenuto nei colloqui in Vaticano, è la condizione del “prigioniero di guerra” Oleg Sentsov. Il giovane regista e scrittore ucraino, originario della Crimea, fu arrestato nel maggio 2014 a causa del suo sostegno alle milizie ucraine assediate nella penisola annessa dai russi. Condannato in Russia a 20 anni di reclusione per terrorismo, è ormai allo stremo dopo uno sciopero della fame che si protrae da mesi. Le evidenti sevizie sul suo corpo sono state derubricate ad atti di “masochismo”, ma al processo il principale accusatore ha ritirato le denunce contro Sentsov, affermando di essere stato torturato per obbligarlo a rilasciarle.
In sua difesa si è mobilitata una vasta opinione pubblica internazionale, non solo ucraina, allo slogan di #savesentsov. Il regista-simbolo della resistenza ucraina è stato ricordato anche il 7 agosto a Baltimora, negli Usa, al banchetto dell’organizzazione cattolica dei “Cavalieri di Colombo”, dove era stato invitato il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, l’arcivescovo maggiore Svjatoslav Shevchuk (v. foto). Nel discorso da lui tenuto, l’arcivescovo ha notato che “Cristoforo Colombo è meno conosciuto in Ucraina del calciatore Andryj Shechenko o del pugile Vladimir Klichko. Eppure l’ideale dei cavalieri è ancora vivo e attuale per il nostro popolo. Il cavaliere è colui che difende i valori più elevati, ed è pronto a sacrificare la propria vita per essi. Il regista ucraino Oleg Sentsov sta digiunando dal quasi 80 giorni, chiedendo alle autorità russe la liberazione di tutti i prigionieri politici condannati ingiustamente”.
Shevchuk ha ricordato che l’ordine dei “Cavalieri di Colombo” è attivo in Ucraina soltanto dal 2013, e conta già più di un migliaio di membri. La sua breve storia si accompagna idealmente alla lotta per l’indipendenza dell’Ucraina dall’aggressore russo: “Ricordate che non è soltanto una nostra guerra, è un combattimento in favore dell’umanità intera!” ha esortato il capo degli uniati ucraini.
Nella grande diaspora ucraina in Usa e in Canada è molto forte anche il sostegno alla richiesta di autonomia della Chiesa nazionale, tra gli ortodossi e gli stessi greco-cattolici. Nella città di Winnipeg, ad esempio, è attiva fin dal 1985 una sezione dei “Cavalieri di Colombo”, formata in maggioranza da greco-cattolici, appoggiati dall’arcivescovo locale. Le dispute ucraine non sono infatti limitate ai confini dello Stato originario, ma assumono rilevanza internazionale.
12/09/2017 12:23
21/12/2018 08:17