Papa, esempio di umiltà per la comunità cristiana irachena
Affollata messa in suffragio del papa a Mosul; a Baghdad seminaristi compongono un inno in onore del pontefice, "pastore, apostolo e padre".
Mosul (AsiaNews) Giovanni Paolo II non ha mai potuto visitare l'Iraq: ma i cristiani di questo paese hanno sempre sentito vicina la sua presenza e sono sempre stati confortati dalla sua protezione. A raccontare il legame di questa tormentata comunità cristiana con il papa appena scomparso è mons. Paulos Faraj Rahho, arcivescovo caldeo di Mosul.
Soprattutto dopo l'attentato subito dal vescovado della nostra città il 7 dicembre 2004, racconta il vescovo, il papa è diventato un punto di riferimento indispensabile. "In seguito all'esplosione" spiega "solo la foto del pontefice era rimasta intatta; i fedeli della diocesi hanno letto questo segno come la conferma della costante preghiera del pontefice per l'Iraq".
Mons. Rahho, che ha incontrato il papa nel 2001 in occasione del Sinodo caldeo, dice di aver "sempre ammirato la sua sconfinata umiltà". Il vescovo racconta che proprio dal papa ha imparato l'importanza dell'apertura ai giovani, "il futuro della Chiesa". "La sua vicinanza ai giovani" sottolinea "ha dato nuova vita alla Chiesa e continuità alla sua presenza nel nostro mondo tormentato". Dal 1993 il vescovo ha indetto la "settimana dei giovani", un incontro che si tiene 2 volte l'anno nella città del nord Iraq.
A Mosul i giovani sono tutti molto legati alla figura di Giovanni Paolo II. Fadi Labbo, 26 anni, farmacista, ha detto: "Era simbolo di umiltà e pace; ne sono prova i suoi funerali in cui tanti nemici sedevano uno accanto all'altro nello stesso posto". Yazin Ghazala, 27 anni, sognava di andare alla Giornata mondiale della gioventù di Colonia prima di tutto per conoscere il papa: "Persone carismatiche come lui sono difficili da incontrare".
L'8 aprile scorso, giorno dei funerali del pontefice, mons. Rahho ha celebrato messa al monastero di san Giorgio a Mosul. A concelebrare con lui l'arcivescovo siro-cattolico di Mosul, mons. Georges Casmoussa. Alla funzione hanno partecipato un gran numero di fedeli, 2 vescovi siro ortodossi, un vescovo assiro e il pastore della chiesa ortodossa armena di Mosul.
Anche i cristiani di Baghdad hanno vissuto con emozione le funzioni legate alla morte di Giovanni Paolo II. Fonti locali di AsiaNews raccontano che nel seminario caldeo della capitale irachena alcuni seminaristi hanno scritto un inno da cantare in onore del papa. "Nell'inno racconta la fonte anonima si canta il papa come l'eletto dello Spirito Santo, un pastore, un apostolo, un padre". Il canto cita anche l'invito più volte ripetuto dal papa: "Non abbiate paura". (MA)
04/04/2005
07/04/2005