20/11/2024, 12.24
VATICANO
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Papa, 1000 giorni di guerra in Ucraina: 'Sciagura vergognosa. Armi cedano posto al dialogo'

All'udienza generale, Bergoglio ha letto una lettera ricevuta da un giovane universitario ucraino: "Troppi morti. Ma amore, speranza e carità danno significato alle ferite". Il Vaticano ospiterà il 3 febbraio 2025 l’incontro mondiale dei diritti dei bambini. L'annuncio: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati santi nel Giubileo. L'incontro con la delegazione di Teheran per il dialogo interreligioso: "Chiesa in Iran piccolo gregge. Libertà religiosa pietra angolare dei diritti umani". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Mille giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Anche all'udienza generale di oggi papa Francesco - dopo la lettera inviata all’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico a Kiev - ha voluto ricordare quella che è una “ricorrenza tragica per le vittime e per la distruzione che ha causato”. Parlando ai fedeli in piazza San Pietro sotto una leggera pioggia romana, il pontefice ha ricordato il conflitto alle porte dell’Europa come “una sciagura vergognosa per l’intera umanità”. Le sue immani sofferenze non devono dissuadere dallo stare al fianco del “martoriato popolo ucraino”, così come “dall’implorare la pace e dall’operare perché le armi cedano il posto al dialogo e lo sconto all’incontro”. Nella lettera al nunzio aveva auspicato che la preghiera “converta i cuori e li renda capaci di avviare percorsi di dialogo, riconciliazione e concordia”.

Davanti ai pellegrini presenti a Roma Francesco ha anche letto un passaggio di una lettera ricevuta da un giovane studente universitario ucraino. Nel parlare del drammatico anniversario dei mille giorni - è la richiesta del giovane - non si ricordi solo la sofferenza, ma anche la fede della popolazione ucraina: “Anche se imperfetta il suo valore non diminuisce, dipinge con pennellate dolorose il quadro del Cristo Risorto”. Il giovane che ha scritto al Papa ha anche raccontato la più profonda sofferenza che la guerra trascina con sé: la perdita delle persone care. “In questi giorni ci sono stati troppi morti nella mia vita. Vivere in una città dove un missile uccide e ferisce decine di civili, essere testimone di tante lacrime, è difficile”, continua il giovane. Ma, nonostante la disperazione, la fede rimane una fonte inesauribile di speranza. “Ringrazio Dio perché attraverso questo dolore imparo ad amare di più. Il dolore non è solo un cammino verso la rabbia e la disperazione, se si fonda sulla fede è un buon maestro di amore”, aggiunge lo studente. “Perché solo l’amore, la fede e la speranza, danno un vero significato alle ferite”. A queste parole a conclusione della lettera è seguito un applauso.

Nel momento finale dell’udienza dedicato ai saluti destinati ai pellegrini di lingua italiana, il Santo Padre ha poi ricordato la XXXV Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, che oggi ricorre. È seguito un annuncio: “Il prossimo 3 febbraio si svolgerà qui in Vaticano l’incontro mondiale dei diritti dei bambini, intitolato Amiamoli e proteggiamoli. L’evento vedrà la partecipazione di esperti e personalità proveniente da molti Paesi. Sarà l’occasione per individuare nuove vie volte a soccorrere e proteggere milioni di bambini ancora senza diritti che vivono in condizioni precarie. Vengono sfruttati e abusati e subiscono le conseguenze drammatiche delle guerre”, ha affermato Francesco. Sono seguiti i saluti all’equipe composta anche da bambini e bambine che sta curando l’iniziativa. I piccoli l’hanno raggiunto sul sagrato per salutarlo e abbracciarlo, dimostrando affetto, in quello che è stato un fuoriprogramma spontaneo, apprezzato dai presenti.

Non è stato l’unico annuncio. “L’anno prossimo nella Giornata dei bambini e degli adolescenti canonizzerò il beato Carlo Acutis. E nella Giornata dei Giovani (la Giornata dei bambini e degli adolescenti è in programma dal 25 al 27 aprile, il Giubileo dei giovani si terrà da lunedì 28 luglio e domenica 3 agosto, ndr), canonizzerò il beato Pier Giorgio Frassati”. A queste parole - che annunciavano due eventi molto attesi - diverse ovazioni si sono levate dai fedeli radunati in San Pietro. La proclamazione dei nuovi santi - Acutis (1991-2006), primo “millennial”, e Frassati (1901-1925), uno dei Santi sociali della città di Torino - sarà un momento importante nell’Anno santo 2025.

La catechesi di oggi - proseguendo il ciclo dedicato allo Spirito Santo - è stata dedicata al tema “I doni della Sposa. I carismi, doni dello Spirito per l’utilità comune”, durante la quale ha ricordato che "I laici non sono una specie di collaboratori esterni o delle truppe ausiliari del clero, no, hanno dei carismi e dei doni propri con cui contribuire alla missione della Chiesa" (leggi qui sul sito VaticanNews la riflessione completa proposta da Francesco).

La giornata di papa Francesco era iniziata ricevendo in udienza i partecipanti al XII Colloquio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso con il Centro per il Dialogo interreligioso e interculturale di Teheran. “Si tratta di una lunga collaborazione della quale dobbiamo tutti rallegrarci, perché è a favore di una cultura del dialogo, un tema fondamentale”, ha detto ai partecipanti”. Bergoglio ha ricordato l’arcivescovo di Teheran-Ispahan - “un bravo frate!” - che il prossimo mese sarà creato cardinale. “Tale scelta, che esprime vicinanza e sollecitudine per la Chiesa in Iran, si riflette anche a favore dell’intero Paese. È un’onorificenza per l’intero Paese. La sorte della Chiesa Cattolica in Iran, un piccolo gregge, mi sta molto a cuore”. Papa Francesco ha sottolineato la situazione avversa in cui i cristiani in Iran vivono, affermando che “la Chiesa non è contro il governo, no, queste sono bugie!”. Sottolineato anche il valore dei contesti familiari in quanto “luogo privilegiato di dialogo interreligioso”. 

Inoltre, Bergoglio ha parlato della libertà di coscienza e la libertà di religione, le quali sono “pietra angolare dell’edificio dei diritti umani”. “La libertà religiosa non si limita all’esercizio del proprio culto, ma consente di essere totalmente liberi di decidere nel campo del proprio credo e della pratica religiosa”. Parlando delle tensioni che imbrigliano il Medio Oriente, si è soffermato sul rischio di un conflitto nucleare: "Oggi sui giornali c’è quest’ultima minaccia. Questa situazione spinge noi, credenti nel Dio della pace, a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la pace, la sicurezza e lo sviluppo integrale dell’intera umanità”. Un impegno indispensabile per essere “credibili agli occhi del mondo”. 

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