04/10/2021, 11.58
GIORDANIA
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Pandora papers: re Abdullah ha acquistato proprietà occulte per 100 milioni

Dall’ascesa al trono avrebbe comprato case di lusso in California, Londra e Washington. Per occultare le operazioni immobiliari usata una rete di società con sedi nei paradisi fiscali. Per i legali non vi sono illeciti e non sono stati usati soldi pubblici. Timori per una nuova escalation di proteste nel regno hascemita. 

Amman (AsiaNews) - Residenze di lusso in California e a Londra, acquistate tramite proprietà offshore per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro. Vi è anche il re di Giordania, Abdullah II, nella lunga lista di 35 capi (o ex) capi di governo e 400 funzionari di alto livello, oltre a personaggi dello spettacolo sparsi in 100 Paesi, che negli anni hanno accumulato grandi quantità di denaro o beni grazie a investimenti e società nei paradisi fiscali. Oltre al monarca hascemita vi sono l'ex premier britannico Tony Blair, il il presidente del Cile Sebastián Piñera, il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e una donna “vicina” al presidente russo Vladimir Putin. 

L’inchiesta “Pandora papers”, che ricorda quella del 2016 dei “Panama Papers”, è frutto di un lungo lavoro di ricerca e analisi dei documenti ad opera dei cronisti investigativi dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) che ha portato, in queste ore, alla pubblicazioni dei primi articoli. Nei documenti - oltre 11,9 milioni di rapporti fiscali e finanziari, per un totale di 2,9 terabyte (TB) di dati - sinora diffusi emergono quasi un centinaio di miliardari e circa 30mila conti offshore; le analisi riguardano solo i conti bancari, escludendo altri beni immobili, gioielli e altri oggetti di valore. 

Per quanto riguarda il monarca giordano, dai documenti emergerebbe una rete di società riconducibili a re Abdullah II bin Al-Hussein e usate per acquistare 15 abitazioni di lusso sin dall’ascesa al potere nel 1999. Fra queste vi sono proprietà a Malibu negli Usa, a Londra e Ascot nel Regno Unito. I legali hanno sottolineato in una nota che gli acquisti sono stati fatti senza violare le leggi e, soprattutto, senza usare fondi pubblici. Tuttavia, la vicenda non servirà certo a placare gli animi di una popolazione scesa più volte in piazza nel recente passato contro povertà e corruzione, finendo per attaccare non solo governo e primo ministro, ma la stessa istituzione monarchica e il re. 

In questi anni la Giordania, grazie anche ai solidi rapporti fra il re e l’Occidente di cui è alleato in un’area mediorientale dagli equilibri precari, ha ricevuto sostanziosi aiuti internazionali, soprattutto da Stati Uniti e Regno Unito. Il governo di Londra nel 2019 ha predisposto un piano di aiuti quinquennale del valore di circa 760 milioni di euro per il regno hascemita. Inoltre, Abdullah è accusato di aver costruito le proprie fortune fra il 2003 e il 2017, mentre in patria alimentava un regime autoritario che reprimeva le proteste popolare, imponeva l’austerità e alzava le tasse. E nel giugno 2020 ha emanato una legge volta a colpire i cittadini che inviano denaro all’estero. 

Fra le proprietà contestate almeno quattro appartamenti a Georgetown, ricco sobborgo di Washington, acquistate fra il 2012 e il 2016. Un investimento secondo gli esperti fatto per consentire al figlio - e principe ereditario - Hussein di beneficiare di tutti i confort durante gli anni di studio alla Georgetown University, frequentata negli stessi anni. Vi è poi una villa di sette stanze a Malibu, in un quartiere per multi-milionari affacciato sul Pacifico in cui abitano (o hanno vissuto) Anthony Hopkins, Julia Roberts, Simon Cowell, Gwyneth Paltrow e Barbra Streisand solo per citarne alcuni fra i più celebri. La proprietà è stata acquistata nel 2014 dalla Nabisco Holdings SA, compagnia delle British Virgin Islands, per una cifra pari a 29 milioni di euro. 

Le rivelazioni contenute nei papers rischiano di alimentare nuove proteste contro i vertici del regno hascemita. Un dissidente, interpellato dalla Bbc, afferma che re Abdullah governa la nazione dall’esterno grazie a un “telecomando”, mentre un ex funzionario governativo afferma che il monarca trascorra dai quattro ai sei mesi all’anno lontano dal proprio Paese. Annelle Sheline, esperta di Medio oriente, aggiunge che per un cittadino che fatica a mantenere la propria famiglia ed è senza lavoro sapere che il monarca ha investito per molto tempo denaro all’estero è un colpo durissimo, di immagine e credibilità. 

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