12/04/2025, 15.48
TERRA SANTA
Invia ad un amico

Palestina: 'Niente Palme per protesta? Cancelleremmo la nostra presenza qui'

La risposta dell'emittente cattolica di Taybeh a quanti tra gli stessi cristiani palestinesi chiedevano quest'anno di non tenere le processioni per denunciare le uccisioni dell'esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania. "Rappresentano la resistenza all'ingiustizia e la vittoria sull'oppressione, la sofferenza e la morte. Annullarle significherebbe disconoscere una parte della nostra identità”.

Ramallah (AsiaNews) - Cancellare la processione delle Palme per protesta contro i palestinesi uccisi dalla guerra di Israele che non si ferma a Gaza e in Cisgiordania? Non sarebbe un gesto di solidarietà, ma una pericolosa presa di distanza da qualcosa che è parte dell'essenza più profonda della Terra Santa. È la riflessione che appare oggi in un articolo del sito di Radio Nabd, emittente palestinese promossa dalla comunità cattolica di rito latino a Taybeh, che alla vigilia di quello che il più importante momento di visibilità della comunità cristiana in Terra Santa prende posizione contro alcune voci che chiedevano un annullamento quest’anno, come gesto di protesta contro la campagna militare dell'esercito israeliano che continua a mietere morte e distruzione.

“La domenica delle Palme - si legge nell’articolo firmato dal giornalista cattolico palestinese Sanad Sahelia -  non è solo una celebrazione gioiosa, ma un rito religioso profondamente radicato nella liturgia della Chiesa. Questo rituale non rappresenta solo la gioia cristiana, ma commemora anche la sofferenza e il sacrificio per la redenzione. Pertanto, le richieste di cancellare la ‘marcia’ potrebbero minacciare non solo il rituale religioso, ma anche la stessa identità cristiana palestinese”.

“Alcune voci sostengono che la cancellazione della processione della domenica delle Palme potrebbe essere un'espressione di solidarietà con i martiri e i feriti di Gaza e della Cisgiordania – continua l’articolo di Radio Nabd -. Ma solidarietà non può voler dire compromettere l'identità religiosa e le nostre tradizioni. Sarebbe la rinuncia a una parte fondamentale del nostro patrimonio. Questa tradizione religiosa non è solo una celebrazione di gioia; è parte della nostra storia, rappresenta la resistenza all'ingiustizia e la vittoria sull'oppressione, la sofferenza e la morte. Disconoscerla significa disconoscere una parte della nostra identità cristiana palestinese”.

Sahelia ricorda anche l’aumento registrato proprio durante questo tempo della guerra nelle violenze contro i cristiani, le loro chiese e i loro luoghi santi. “Nella maggior parte dei casi - commenta - gli autori sono giovani estremisti ebrei legati al nazionalismo religioso. In questo contesto, ci accorgiamo che le richieste di cancellare la processione della domenica delle Palme coincidono - intenzionalmente o meno - con questi attacchi, sollevando domande sull'impatto che questo potrebbe avere sulla protezione dell'identità cristiana palestinese e sulla conservazione del suo patrimonio”.

La processione delle Palme rappresenta dunque “un simbolo vivente della nostra vita in questa terra. Se iniziamo ad accettare l'idea di cancellare questi rituali – conclude l’articolo - forse inizieremo ad accettare anche l'idea di essere separati da questo patrimonio. Dobbiamo tutti opporci a questi appelli e mantenere la nostra storia, i nostri rituali e il nostro patrimonio che ci lega a questa terra santa. La nostra responsabilità collettiva è quella di preservare questa tradizione religiosa e garantire che i cristiani in Palestina rimangano una parte essenziale della storia e della comunità di questa terra”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
P. Pierbattista Pizzaballa amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme
24/06/2016 12:48
Gerusalemme, Settimana dell’unità: i cristiani ‘satelliti intorno l’unico sole che è Cristo’
22/01/2018 12:41
P. Patton: la Colletta del Venerdì Santo e la Pasqua con pochi pellegrini per la guerra
29/03/2024 10:58
Gerusalemme, in 35 mila pregano per la pace in Terra Santa
26/03/2013
Gennaio 2018, boom ‘straordinario’ dei pellegrinaggi in Terra Santa
05/02/2018 12:52


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”