12/01/2018, 16.27
PAKISTAN
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Pakistan in lutto per la bimba stuprata, uccisa e gettata in una discarica

Zainab aveva sette anni e viveva vicino Lahore. Il governo del Punjab offre una ricompensa di oltre 74mila euro per chi aiuta i poliziotti a trovare l’assassino. Ieri altri due bambini uccisi nella provincia. Avviate due indagini parallele. Personaggi dello spettacolo e dello sport denunciano i “diritti violati dei minori”.

Islamabad (AsiaNews) – Un Paese in lutto: è il Pakistan oggi, che piange la morte di Zainab, la bimba di sette anni stuprata, torturata, strangolata e gettata in una discarica a Kasur, vicino Lahore. In tutto il territorio ci sono state manifestazioni di protesta contro l’inerzia della polizia e a sostegno della famiglia della piccola uccisa. Tanti i volti noti dello spettacolo e dello sport che si sono esposti per parlare degli abusi sui minori, una piaga che affligge da tempo il Paese. Sui maggiori quotidiani la notizia occupa le prime pagine, con numerosi editoriali che lamentano di come “la società si sia dimenticata dei diritti dell’infanzia”.

In tutto il Pakistan si rincorrono messaggi di solidarietà per i genitori della piccola uccisa. Attivisti hanno manifestato da nord a sud, dalle strade di Lahore al porto di Karachi. Ieri sera Kiran Naz, giornalista dell’emittente nazionale Samaa TV, è comparsa in video con la figlia sulle ginocchia. Davanti a milioni di spettatori, prima della lettura delle notizie, ha dichiarato: “Oggi sono solo una madre, ed è per questo che sono qui con la mia bambina in braccio. Le bare più piccole sono le più pesanti. L’intera società è oppressa dal peso della bara [di Zainab]”. Un editoriale pubblicato su Dawn denuncia le uccisioni di altri due minori, avvenute ieri nel Punjab. Poi conclude: “I pedofili che vivono in mezzo a noi non devono più essere liberi di camminare per le strade”.

Le autorità, sotto gli occhi della nazione, stanno lottando contro il tempo per rintracciare il colpevole della violenza carnale e dell’assassinio. Su tutte le televisioni viene trasmesso il video che ritrae la piccola saltellante e mano nella mano con un uomo, mentre passeggia al margine di una strada polverosa. Oggi l’Alta corte di Lahore ha dato 36 ore alla polizia per scovare il killer.

Ameen Ansari, il padre di Zainab, ha detto alla Bbc: “Per me è come se il mondo fosse finito. Non ho parole”. Dalle indagini autoptiche disposte dal giudice, è emerso che sua figlia ha subito torture ripetute durante i giorni del rapimento. Il corpo presenta svariate ferite sul volto e su tutto il corpo, da cui gli inquirenti hanno estratto tracce del Dna dell’assassino. Ameen ha preso le distanze dalla protesta violenta che ieri ha invaso la città di Kansur, ma ha affermato di comprendere le motivazioni dei manifestanti che lamentavano l’inefficienza degli agenti.

Il governo del Punjab ha creato un team investigativo congiunto e ordinato al dipartimento antiterrorismo di avviare un’indagine parallela. Le autorità provinciali hanno anche offerto una ricompensa di 10 milioni di rupie (oltre 74mila euro) per chiunque aiuti la polizia a risalire all’assassino.

In Pakistan la violenza sui bambini è un crimine molto diffuso. Secondo alcuni attivisti, essa deriva da una sorta di “cultura dello stupro” che ha le sue basi nella società maschilista e patriarcale, si alimenta con gli abusi nelle madrasse, non ammette valvole di sfogo per smorzare la frustrazione. Dati ufficiali lo pongono all’11mo posto nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di abusi su minori e al terzo tra quelli più pericolosi per le donne. Ogni anno vengono registrati circa 2500 casi di bambini stuprati; in alcune aree, 11 al giorno. La Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale condanna “l’orribile incidente” e chiede di attuare subito una serie di misure a protezione dei bambini.

(Ha collaborato Shafique Khokhar)

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