11/08/2009, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, venti milioni di cristiani celebrano il “Giorno Nero” contro le persecuzioni

di Fareed Khan
Attivisti, parlamentari delle minoranze e leader religiosi uniti in una pacifica protesta contro la legge sulla blasfemia. Una risposta agli attacchi dei fondamentalisti e un invito al governo per abrogare la norma. La battaglia per i diritti delle minoranze sostenuta anche da Amnesty International.
Lahore (AsiaNews) – Oggi 20 milioni di cristiani in Pakistan e in tutto il mondo celebrano il “Giorno Nero”, per protestare contro il “genocidio costituzionale” perpetrato dalla legge sulla blasfemia e chiedere l’abrogazione della norma. Diverse le iniziative in programma in varie zone del Paese, promosse da leader religiosi e attivisti, che vogliono inviare un chiaro segnale “in risposta” agli attacchi dei fondamentalisti.
 
Nazir S Bhatti, presidente del Pakistan Christian Congress (Pcc), ha lanciato un appello al governo Usa e all’Unione Europea perché chiedano a Islamabad di “abolire la legge sulla blasfemia” e “assicurare una esistenza pacifica” ai cristiani del Paese. Egli ha inoltre spiegato che oggi non si celebra la “Giornata per le minoranze”, voluta dal governo, ma si rimarca il “Giorno Nero” contro le violenze anti-cristiane.
 
Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica, elenca una serie di iniziative in programma in questi giorni e che vedono unite le diverse anime cristiane del Paese, insieme ad attivisti ed elementi di primo piano della società civile. Oggi parlamentari e amministratori appartenenti alle minoranze presenziano a preghiere e funzioni religiose. Nel pomeriggio tutte le denominazioni cristiane partecipano a una messa di suffragio per vittime di Gojra, che si celebra alla chiesa di Naulakha, a Lahore.
 
La Società civile di Lahore ha inoltre indetto per il prossimo 18 agosto una marcia di protesta contro l’estremismo religioso e la legge sulla blasfemia. Domani la Ncjp ha organizzato un seminario dal titolo “Legge ed estremismo” e ha iniziato, nel frattempo, una campagna di raccolta firme per chiedere l’abrogazione della norma.
 
A sostegno dei cristiani pakistani - poco più di 2,8 milioni in totale - si è schierata anche Amnesty International, la quale invita Islamabad a “prendere misure efficaci per proteggere le minoranze religiose”, vittime di “attacchi e persecuzioni a sfondo confessionale”. “Il governo del Pakistan – scrivono gli attivisti – dovrebbe introdurre un programma educativo complessivo, a tutti i livelli della società, che promuova uguaglianza e rispetto fra le diverse anime religiose del Paese”.
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