Pakistan, raid contro le madrasse fondamentaliste: decine di arresti
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il governo pakistano ha effettuato un raid contro diverse madrasse [scuole coraniche ndr] gestite dal gruppo Jais-e-Mohammad, ritenuto fondamentalista. Le autorità hanno chiuso le strutture e hanno compiuto 14 arresti: fra questi anche Maluana Masood Azhar, fondatore della cellula estremista. Fra le accuse, anche quella di aver compiuto un attacco armato alla base aerea indiana di Pathankot, che ha causato 13 vittime. Per l’esecutivo, nel mirino vi sono i recenti colloqui di pace fra Islamabad e Delhi.
L’area più colpita è quella di Daska, dove sono state chiuse una moschea e un seminario islamico. Da qui sarebbe partito l’ordine di attaccare la base indiana: i terroristi sono entrati nell’area vestiti da militari indiani e, armati in maniera “consistente”, hanno dato battaglia per quattro giorni. Lo scontro è scoppiato il 26 dicembre 2015: il giorno prima, in maniera inaspettata, i leader di India e Pakistan – Narendra Modi e Nawaz Sharif – si sono incontrati a Lahore per lanciare un’iniziativa congiunta di pace.
La pace fra i due Paesi vicini è malvista dalle frange estremiste di entrambi i lati: i fondamentalisti islamici del Pakistan e quelli indù dell’India ritengono “inaccettabile” una normalizzazione dei rapporti fra le nazioni, un tempo unite prima della partizione post-indipendenza dalla Gran Bretagna. Dopo gli arresti, Delhi ha annunciato di aver messo “di nuovo in agenda” i colloqui diplomatici con Islamabad: questi erano stati congelati dopo l’attacco di Pathankot.
05/11/2018 08:47