Pakistan, le inondazioni “aiutano i talebani”
Secondo l’anti-terrorismo di Islamabad, le disastrose alluvioni nel nord del Paese danno un aiuto insperato ai fondamentalisti, che hanno maggiore rapidità di movimento e possono colpire con più forza ora che i soldati sono impegnati negli aiuti alla popolazione.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Le peggiori inondazioni nella storia del Pakistan (più di 1.100 vittime accertate e 27mila persone in pericolo) potrebbero diventare un’opportunità unica per gli estremisti islamici dell’area. Le operazioni anti-terrorismo sono state infatti sospese dal governo di Islamabad, e questa tregua potrebbe rappresentare un momento irripetibile per rimettere in piedi le milizie para-militari vicine ai talebani e ad al Qaeda.
Il governo ha stanziato nell’area colpita (le province nord-occidentali del Punjab e del Khyber Pakhtoonkhwa) oltre 30mila soldati, impegnati in operazioni di recupero e di messa in sicurezza dell’area. Allo stesso tempo il mullah Fazlullah, leader del Tehreek-e-Taliban del Pakistan (i talebani locali) ha annunciato che i suoi uomini stanno tornando nell’area.
Il problema si pone negli spostamenti. Secondo un funzionario dell’anti-terrorismo, infatti, “le infrastrutture della Swat e della zona di Malakand sono state colpite in maniera durissima. Ci potrebbe volere persino un anno per rimetterle in piedi. I ponti sono tutti crollati, e per le truppe è molto difficile muoversi: ovviamente per gli estremisti questo problema non si pone”.
Anche per le truppe della Nato si pongono diversi problemi: i rifornimenti destinati all’Afghanistan, che passano proprio per il nord del Pakistan, saranno rallentati in maniera significativa. Un altro insperato aiuto ai talebani, che nello scorso mese hanno ucciso 63 soldati americani: il peggior risultato dai tempi dell’invasione dell’Afghanistan del 2001.
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