Pakistan, infanzia negata: in crescita i casi di abusi e violenze sessuali sui minori
Lahore (AsiaNews) - Pur avendo firmato la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, il governo pakistano non ha mai promosso leggi e politiche di tutela, protezione e salvaguardia dei bambini, vittime di sfruttamento, abusi e violenze sessuali. È la denuncia di gruppi attivisti e organizzazioni pro diritti umani, che auspicano una maggiore collaborazione fra pubblico e privato nell'interesse e per una reale tutela dei minori. Un solo dato su tutti, emerso da una recente inchiesta, rende l'idea della gravità del problema: quattro milioni di bambini sono costretti a lavori - spesso pesanti - fin dalla più tenera età e, fra questi, oltre un milione vive per strada, dove è facile vittima di violenze.
Il Pakistan è una nazione di oltre 170 milioni di abitanti, caratterizzata da povertà diffusa, mancanza di istruzione e arretratezza in molte sacche della popolazione e in ampie aree del territorio. Per quanto concerne i reati a sfondo sessuale, fra le prime cause vi sono l'alto tasso di povertà, la mancanza di attenzione dei genitori, l'alto tasso di popolazione e la mancanza di politiche adeguate.
E i dati confermano la gravità del problema in tutta la sua portata: nel 2013 vi sono stati più di 3mila casi di abusi sessuali su minori; in più di 1.400 casi l'aguzzino era un conoscente, seguito da stranieri (1.067 casi), familiari (85), vicini di casa (74) o incesto (70). Tuttavia, la portata reale potrebbe essere di gran lunga maggiore, perché sono ancora molti i casi non documentati o le violenze - sul luogo di lavoro o fra le mura domestiche - che vengono sottaciute, per vergogna o paura.
Alla povertà endemica di alcune famiglie e alle situazioni di disagio e abbandono, si uniscono anche le organizzazioni criminali che sfruttano i bambini - anche con finalità e per prestazioni di carattere sessuale - per denaro. Fra gli oltre 1,5 milioni di bambini che vivono per le strade, la categoria più a rischio, il numero delle vittime di abusi raggiunge anche il 90%. E il trend appare in continua crescita.
Per quanto riguarda i sessi, sono le femmine (71%) a subire in larga maggioranza violenze e abusi sessuali, in particolare fra le domestiche e le baby-sitter; la fascia più a rischio è quella fra gli 11 e i 15 anni. Assieme a leggi e norme per la difesa dell'infanzia e la punizione dei colpevoli, le organizzazioni pro diritti umani auspicano anche programmi mirati per il recupero delle giovani vittime, per curare - anche e soprattuto - le "ferite psichiche" che si trascinano fino all'età adulta.
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