03/01/2006, 00.00
Cina - Italia
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Padre Giovanni Bricco, PIME: un ponte fra l'Italia e la Cina

di Bernardo Cervellera

Roma (AsiaNews) - Un ponte fra due mondi, quello italiano e quello cinese: così si potrebbe definire la personalità di p. Giovanni Bricco, nato a Torino il 3 agosto 1868, che da militare dell'esercito italiano, è divenuto prete e ha vissuto per 30 anni come missionario in Cina. Per tanti anni ha portato nell'Henan tutto quanto di occidentale potesse servire alla cultura cinese: medicina, chirurgia, arte militare, studi filosofici e teologici.

E per molti anni ha cercato di sensibilizzare i cristiani dell'Italia ai bisogni delle missioni, per sostenere il clero cinese e i seminari, le scuole per orfani e per ragazze (una prima assoluta in Cina), le colture agricole e l'industria del cotone. Per il suo lavoro in Italia è stato insignito del titolo di Cavaliere del Regno sabaudo; per il suo impegno verso i cinesi ha ricevuto l'onorificenza della "Spiga d'Oro", donatagli dal mandarino della provincia di Nanyang, nell'Henan meridionale, dove lui è stato missionario. Di lui ci rimane qualche resoconto sulla vita di missione e qualche centinaia di foto, da lui stesso tramandate al Pime e ai suoi familiari. Alcuni mesi fa la sua famiglia ha fatto dono al Pime di tutte le foto e dei cimeli di p. Bricco.

Proprio dalle foto e dalle scarne notizie su di lui si comprende un po' la sua vita e quella della missione in Cina a cavallo del '900.

Le foto lo ritraggono con l'aria romantica e decisa; i baffi aristocratici; una statura imponente. Da buon ex soldato sa cavalcare e usare il fucile. Talvolta è vestito con la sottana dei preti di rito romano, altre volte – e più spesso - in abiti da dignitario cinese. Dopo l'exploit della missione di Matteo Ricci, i missionari hanno cercato in tutti i modi di avvicinarsi alla cultura cinese e per questo usavano normalmente le vesti e i copricapo cinesi. A quanto pare, per un certo tempo, p. Bricco ha anche portato il codino… che un giorno si è venduto per raccogliere soldi per la missione.

Le missioni dell'800 in Cina si sono caratterizzate per il tentativo di modernizzare l'Impero nell'agricoltura, nelle costruzioni, nella medicina, nell'educazione.  La scuola cinese era fino ad allora appannaggio solo dei ricchi e dei maschi. Non esisteva nemmeno la tradizione di una scuola per ragazze.  La missione dell'Henan, come oggi le suore di Madre Teresa di Calcutta, raccoglieva bambine abbandonate  e bambini. Fra questi molti erano handicappati: ciechi, storpi, malati mentali. Fra le foto di P. Bricco ve n'è una in cui lui impugna un violino ed è circondato dalla "banda" tutta composta da bambini ciechi o con evidente handicap mentale.

Tutto questo costituiva uno shock culturale per i cinesi del tempo. Ma lo shock più forte la Cina l'aveva subito decenni addietro, quando l'impero si era trovato incapace a difendersi contro l'attacco militare delle potenze occidentali (Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Spagna, Italia (?), Stati Uniti) penetrate fino a Pechino. L'imperatore fu costretto ad accettare la presenza di stranieri nelle sue terre, concedendo privilegi e terre ai commercianti e alle guarnigioni straniere.

Tutto questo manifestava ancora di più l'arretratezza, la chiusura, lo sbriciolamento dell'impero diffondendo risentimento e odio verso gli stranieri. Furono proprio l'odio e la fragilità dell'impero a determinare la ribellione dei Boxers, un movimento-setta religioso-militare che nell'estate del 1900  prese di mira la presenza degli stranieri in Cina. E siccome le potenze occidentali avevano esigito la libertà di evangelizzazione per le missioni cristiane, i cristiani vennero considerati alla stregua degli stranieri invasori.

Nel 1900 p. Bricco si trova a Qinjiakang (oggi Jingang), a pochi km fuori di Nanyang, dove sorgeva una piccola cittadella cristiana. Grazie alle sue conoscenze di strategie militari p. Bricco riesce a ricacciare per ben tre volte l'attacco dei Boxers. La difesa era basata sull'uso di alcuni cannoni di legno, bombe di calce, qualche fucile. Durante uno scontro con i nemici, p. Bricco e i suoi cristiani riescono a prendere come prigionieri 7 boxers. Invece di ucciderli, li rimandano liberi dopo averli curati. In altre regioni della Cina i boxer uccisero decine di migliaia di cristiani. Fra essi il nostro martire Alberico Crescitelli.

Un'enorme alluvione e l'arrivo delle truppe occidentali a Pechino fa terminare la guerra, con nuovi soprusi dell'occidente, nuove umiliazioni per la Cina. Ma per i missionari del Pime è tempo di far crescere una chiesa più locale. Subito dopo la ribellione dei boxers, p. Bricco porta in Italia due seminaristi cinesi per farli studiare a Roma. La loro presenza e la spinta di vari missionari al papa, spingerà Pio XI a ordinare i primi vescovi cinesi nel 1923.

Intanto la Cina è scossa dalle rivoluzioni: nel 1911 cade l'impero e viene fondata la repubblica di Cina. Ma la situazione non migliora: le regioni sono di fatto sottomesse a bande e militari di zona, alle dipendenze di signorotti locali. La giustizia si attua sempre con violenza terrorizzante. P. Bricco fotografa alcune esecuzioni capitali, le teste di alcuni decapitati. Le foto non esprimono orrore, ma un specie di scientifico reportage sulla "giustizia degli uomini". Intanto l'ex soldato è stato trasferito a Zhumadian, dove dal 1909 è stato aperto un ospedale.

Costruito con sovvenzioni provenienti dall'Italia, l'ospedale è gestito dai missionari del Pime ed è il più grande strumento di carità verso i cinesi. Nelle foto si vedono suore e inservienti che lavorano in una corsia pulitissima, con il pavimento in marmo (!), le lampade ad olio, i letti, le coperte: nell'Henan è forse la prima volta che si pratica la medicina occidentale e la chirurgia.

La medicina cinese conosce le erbe, la ginnastica, l'omeopatia, ma non riesce ad affrontare le malattie gravi e le epidemie. Grazie all'ospedale di Zhumadian, diretto da p. Bricco, i cristiani sono sempre più amati. Ancora oggi, dopo oltre 50 anni di comunismo, la comunità cattolica di Zhumadian è fra le più vive dell'Henan, con 55 mila fedeli.

Nel 1916 p. Bricco, ormai anziano, ritorna in Italia per coprire l'incarico di economo della casa madre di Milano, organizzando l'amministrazione, la raccolta di fondi e l'animazione missionaria fra benefattori, madrine, signore della società milanese. Nel '36 ritorna in Cina per una visita canonica alle vecchie missioni. In Italia è per un certo tempo rettore del seminario del Pime di Monza. A pochi anni dalla morte, prima della fine della guerra,  con lungimiranza compra con soldi suoi (ricevuti in eredità), il terreno di Milano adiacente alla casa Madre, che si affaccia su via Mosè Bianchi. Lo donerà al Pime, dove, negli anni '70 verrà costruito il Centro Missionario Pime.

P. Bricco muore a Sciolzè (TO) il 28 Novembre 1943.

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