Padre Arturo Speziale, storia di un missionario Pime da 48 anni in Bangladesh
Ha lavorato nelle parrocchie di Noakhali, Narikelbari, Mohammadpur, Manikgonj e Nobai Bottola. Con la sua predicazione molte persone hanno incontrato Gesù Cristo. “Amate Gesù, perché è lui il vero missionario, che ha lasciato il cielo per la nostra salvezza, che ha sacrificato la sua vita per noi”.
Rajshahi (AsiaNews) - Padre Arturo Speziale, 79 anni, missionario italiano del Pontificio Istituto Missioni Estere, (Pime) ha recentemente celebrato in Bangladesh il 50mo anniversario di sacerdozio. Padre Speziale è nato nel 1941 nella città di Sirda, in Italia. È il nono di 14 fratelli e sorelle. È stato ordinato sacerdote nel 1970 ed è venuto in Bangladesh nel 1972 per la pastorale missionaria. Durante i 50 anni della sua vita sacerdotale, ha lavorato con gioia come missionario ad Assisi, in Italia, in India e in Bangladesh. In Bangladesh ha lavorato nelle parrocchie di Noakhali, Narikelbari, Mohammadpur, Manikgonj e Nobai Bottola. Con la sua predicazione molte persone hanno incontrato Gesù Cristo.
Ha raccontato ad AsiaNews vicende della sua vita missionaria. Così, ha detto che durante il lavoro nella parrocchia di Narikelbari, ha visto i pregiudizi degli indù. Ha ricordato: “In una cerimonia di matrimonio cristiana, sono stati invitati molti insegnanti di scuole indù e persone influenti (circa 80 in tutto). Quando la nuova moglie mise in ogni piatto un cucchiaio di riso, tutti gli indù, anche gli insegnanti delle elementari e delle superiori, si rifiutarono di prendere quel pasto, perché dissero che gli anziani li avrebbero accusati di perdere la loro casta. I servi hanno dovuto buttare via il riso e lavare di nuovo il piatto". Ha predicato il Vangelo tra quel tipo di indù e ha fatto sì che molti ne sentissero parlare.
Don Speziale ha lavorato a Noakhali sette anni. Ha riferito che le persone hanno una forte fede, ma negli ultimi tempi molti sono emigrati all'estero, negli Stati Uniti, in Canada o Australia e in diverse città del Paese. Ha raccontato: "In questa parrocchia ho cercato di realizzare o migliorare alcune infrastrutture, soprattutto in periferia, nei villaggi di Laksmipur e Devipur, dove ho costruito due chiese". A Noakhali, ha combattuto legalmente per salvare una terra annessa al vecchio cimitero cristiano dall'invasione illegale. Nel campo dell'istruzione ha aiutato molti studenti attraverso il patrocinio e anche con l'aiuto economico personale.
Durante il lavoro nella parrocchia di Mohammadpur a Dhaka, ha scoperto che i fedeli cattolici erano sparsi qua e là in una vasta area, molti erano emigrati dai loro villaggi, non sapevano che esiste un'altra chiesa, che poteva curare spiritualmente la loro vita e salvezza. Ha detto: “Ho organizzato un sondaggio coinvolgendo un gruppo di giovani studenti. Abbiamo trovato fino a 400 famiglie. La scoperta è stata buona, ma molte famiglie hanno avuto problemi: c'era bisogno di regolarizzare i loro matrimoni come sacramento, di dare il battesimo e altri sacramenti ai loro figli. Poi abbiamo organizzato un servizio di preghiera e una santa Messa in vari quartieri di Mohammadpur e in altre aree circostanti".
Successivamente don Speziale si è trasferito a Manikgonj. Le persone della zona devono affrontare i disastri dell'erosione e delle inondazioni, di conseguenza vivono in strada o sul terreno di altre persone. È dal 2004 che ha cercato di risolvere i problemi di queste persone senza terra. Ha predicato il Vangelo in questa zona tra indù e musulmani, e molti hanno conosciuto Gesù Cristo.
Attualmente p. Speziale lavora nella parrocchia di Nobai Bottola nella diocesi di Rajshahi.
Don Speziale ha descritto la sua visione del lavoro missionario. Dice: “Papa Francesco insiste che la Chiesa dovrebbe uscire, dovrebbe essere presente in periferia, cioè in luoghi non solo lontani, ma anche difficili, tra gruppi o comunità che sono trascurati, problematici e che hanno bisogno di crescere nei valori e nelle virtù cristiani. È importante predicare la parola di Dio, dove le persone non hanno un sacerdote sempre presente. Anche se questa non è strettamente evangelizzazione o conversione delle persone alla nostra religione, è un lavoro che fa maturare le persone nella fede e nelle virtù cristiane".
Ha parlato della sua scoperta della sua vita religiosa. Ha ricordato che uno dei suoi fratelli è entrato nel seminario minore, che allora era a Monza e ha proseguito gli studi a Monza, poi a Milano. “Durante gli anni di studio quando tornava a casa ha parlato della sua vita in seminario, si era abbonato a due riviste missionarie del Pime: “Italia Missionaria” e “Le Missioni Cattoliche”. A 10 anni ho iniziato a leggere queste riviste con grande interesse, anche perché per me la geografia e la storia erano molto facili da imparare e hanno attirato molto la mia attenzione. La descrizione della vita di molti missionari mi ha molto attratto ".
Ai giovani asiatici che vogliono essere missionari del Pime, padre Speziale raccomanda: “Voglio dire loro, amate Gesù, perché è lui il vero missionario, che ha lasciato il cielo per la nostra salvezza, che ha sacrificato la sua vita per noi. Gesù amava coloro che erano peccatori, per portarli al Padre suo, affinché potessero cambiare la loro vita".
08/04/2021 12:46