04/05/2010, 00.00
INDIA
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Padre Agnelo D’Souza: la forza del perdono e dell’amore verso chiunque

di Nirmala Carvalho
Celebrati i 100 anni da quando il venerabile padre Agnelo fu nominato parroco a Kumta (Karnataka). Una vita dedicata ad amare tutti i parrocchiani, persino chi lo attaccava. In corso il processo di beatificazione.

New Delhi (AsiaNews) – “Padre Agnelo ha vissuto un vita di virtù, che gli ha dato la capacità di disarmare i suoi critici non solo con la sua integrità ma anche con l’abilità di comprendere, perdonare e amare chi cercava di colpirlo”. Così il padre Theodore Mascarenhas, dei missionari di S. Francesco Saverio, ha ricordato il venerabile padre Agnelo D’Souza. Il 27 aprile la parrocchia S. Giovanni Battista nel villaggio Kumta, diocesi di Karwar nel Karnataka, ha celebrato i 100 anni da quando padre Agnelo ne fu nominato parroco. I parrocchiani hanno anche presentato “pubbliche scuse” per i peccati dei loro antenati contro il sacerdote.

Padre Salvador Gonsalves, attuale parroco, spiega ad AsiaNews che “in questo Anno sacerdotale è per noi una gioia e un privilegio commemorare padre Agnelo, che è stato qui parroco dal 1910 al 1917. E’ stato un’immensa benedizione. Preghiamo in modo incessante che sia dichiarato santo”.

 Padre Agnelo è morto nel 1927 all’età di 58 anni ed è stato dichiarato venerabile nel 1986.

Padre Mascarenhas, membro del Pontificio consiglio per la cultura e coordinatore del processo per la beatificazione insieme a padre Antonio Marrazzo, ricorda ad AsiaNews “la sua grande calma. Egli è nato il 21 gennaio, festa di Sant’Agnese, nome che significa puro, santo, e che deriva dal latino agnus, agnello. Il suo motto era: ‘Non è il vestito che dà dignità a una persona,ma la sua virtù’. Egli ha vissuto una vita di virtù”.

Il sacerdote ricorda così il “famoso incidente” con alcuni parrocchiani: “Quando padre Agnelo era vicario a Kumta, un giorno, al primo albeggiare, alcuni parrocchiani bussarono alla sua porta e chiesero di vedere i conti della parrocchia. Costoro erano già nel libro nero del precedente parroco, che avevano anche citato in giudizio proprio per vedere questi conti, ma il giudice aveva respinto la domanda. Loro avevano deciso di insistere ed erano andati a minacciare padre Agnelo. Ma egli, con la sua natura equilibrata  e gentile, rispose: ‘Volete vedere i conti? Mi sembra giusto. Il denaro è di tutti noi e voi avete tutto il diritto di esaminare i conti. Ecco il libro dei conti’. Sono sicuro che padre Agnelo, dal cielo, benedice chiunque lo ha attaccato con la compassione con cui ha amato i suoi parrocchiani, chi perdona non ha bisogno di scuse”. L’episodio è raccontato in molti libri e persino rappresentato in pitture.

Il 27 aprile, durante la commemorazione del centenario, i parrocchiani hanno chiesto scusa “per i peccati, volontari e inconsapevoli, dei nostri antenati”. Alla cerimonia ha pure partecipato il Superiore generale padre Tony Lopes”.  

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