Pace tra le comunità, il messaggio di Natale dei cattolici pachistani
L'arcivescovo di Karachi mons. Travas: "Gesù è venuto in una famiglia molto povera e calpestata, per ricordarci che è da lì che inizia l'amore”. A Sahiwal una marcia dei cristiani attraverso i bazar e le strade per diffondere un messaggio di unità. La preghiera per chi ancora soffre a causa delle alluvioni di quest'estate.
Karachi (AsiaNews) - La sfida dell’unità tra le diverse comunità e il rispetto delle minoranze è il tema al centro anche nelle celebrazioni natalizie in Pakistan.
"Abbiamo bisogno di pace in questo mondo così diviso. Ma iniziamo noi ad amarci l'un l'altro”. Lo ha detto l’arcivescovo di Karachi, mons. Mario Travas, intervenendo ieri alla rappresentazione natalizia dei bambini della locale St. Joseph’s Convent School. “I piccoli - ha commentato - oggi ci hanno dato un bellissimo messaggio: se abbiamo bisogno di pace, dobbiamo cominciare dalla nostra famiglia. Questa è la cosa più strana e meravigliosa della storia di Natale: Dio ha scelto di venire tra noi ‘in famiglia’. È venuto in una famiglia molto povera e calpestata, per ricordarci che è da lì che inizia l'amore”.
Anche il card. Joseph Coutts, arcivescovo emerito di Karachi, ha ringraziato i bambini per la loro rappresentazione: “È un esempio di unità, di come persone di età e condizioni diverse possono realizzare qualcosa di molto bello. Se tutti potessimo fare qualcosa per il Pakistan, il nostro diventerebbe un grande Paese”.
Nel distretto di Sahiwal, invece, dal 2020 la comunità cattolica locali organizza un raduno natalizio per diffondere a tutti il messaggio di pace e di unità. L’iniziativa si è svolta domenica partendo dalla chiesa locale e, attraversando diversi bazar e strade, si è concluso nella colonia cristiana di Eisa Nagri. Centinaia di fedeli vi hanno partecipato e le persone di diverse altre comunità religiose le hanno accolte con petali di rosa, per dimostrare amicizia e accettazione nei loro confronti.
Rivolgendosi ai partecipanti, il domenicano p. Zahid Augustine ha detto: “Questo tipo di programmi accresce la devozione e la fede dei fedeli, avvicinando gli uni agli altri. Preghiamo per il nostro amato Paese, per la sua prosperità e il suo sviluppo, e preghiamo in modo particolare per i fratelli e le sorelle colpiti dall'alluvione della scorsa estate, che in questa stagione invernale stanno ancora soffrendo e non riescono a procurare tutti i servizi di base ai loro figli”.
Parlando con AsiaNews Ashknaz Khokhar, un attivista per i diritti umani e tra gli organizzatori della manifestazione, ha dichiarato: “La Costituzione pakistana dà a tutte le minoranze religiose la libertà di celebrare i loro riti in piena libertà, ma devo dire a malincuore che l'amministrazione locale non è stata collaborativa con noi e ci ha sempre fatto pressione per fermare la manifestazione e non ha disposto misure di sicurezza. Chiediamo al governo e alle istituzioni preposte all'applicazione della legge di prendere provvedimenti contro questi elementi che molestano e cercano di interrompere gli eventi di pace come questo raduno natalizio”.
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