03/11/2024, 12.12
ECCLESIA IN ASIA
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P. Tapan, un prete cattolico tra i docenti dell'Università di Dhaka

di Sumon Corraya

La testimonianza ad AsiaNews del sacerdote che insegna al dipartimento delle religioni dell'università pubblica in un Paese a stragrande maggioranza musulmana: "Per molti qui sono la prima opportunità nella vita di confrontarsi con un cristiano. Non entro mai in aula senza indossare il colletto e la croce. L'istruzione ha un ruolo fondamentale nel dissipare l'ignoranza e promuovere l'empatia e il dialogo".

Dhaka (AsiaNews) - Sacerdote cattolico e docente presso una grande università pubblica di un Paese musulmano. È la missione di p. Tapan Camillus De Rozario, professore associato presso il Dipartimento di Religioni e cultura mondiale dell'Università di Dhaka, un ateneo prestigioso (lo chiamano la “Oxford dell’Oriente”) che conta 50mila studenti.

Ordinato prete da papa Giovanni Paolo II il 19 novembre 1986, p. Tapan ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Urbaniana e insegnato presso il Seminario Maggiore dello Spirito Santo. La collaborazione con l’Università di Dhaka è iniziata nel 2003, quando è stato invitato a insegnare cristianesimo ed ebraismo come professore ospite, una volta alla settimana. Nel 2010 è arrivata poi la possibilità di entrare nell’organico dell’università, compito che ha assunto con il sostegno e l’incoraggiamento dell’allora arcivescovo Michael Rozario. Dal 2015 al 2018 è stato anche presidente del Dipartimento di Religioni e cultura mondiale.

“Il mio ministero di insegnante presso l'Università di Dhaka è profondamente radicato nel dialogo e nella comprensione interreligiosa”, racconta ad AsiaNews p. Tapan. Insegna circa dodici corsi che coprono un ampio spettro di tradizioni religiose, tra cui il cristianesimo, l'induismo, l'islam, il buddismo, l'ebraismo, le religioni indigene e altri corsi. “La mia presenza nel dipartimento è unica in quanto credo di essere l'unico sacerdote diocesano che insegna in un'università pubblica all'interno dei Paesi dell'Associazione dell'Asia Meridionale per la Cooperazione Regionale (SAARC). Il mio impegno va al di là degli studi accademici, poiché partecipo attivamente ad attività extracurriculari come la Dhaka University Mime Action (DUMA) e la Dhaka University Leadership Development Society (DULDS)”. Inoltre, si dedica al dialogo ecumenico e interreligioso, creando una base per la testimonianza cristiana e un ministero sacerdotale finalizzato alla formazione olistica delle giovani generazioni. Il suo lavoro offre l'opportunità a molti studenti che probabilmente non hanno mai incontrato prima un cristiano, la possibilità di confrontarsi con la fede cristiana in prima persona.

Come sacerdote che insegna all'Università di Dhaka, ha incontrato numerose barriere, soprattutto a causa delle diverse prospettive religiose e dei preconcetti della società. Sfide che hanno richiesto pazienza, apertura e impegno nel promuovere il rispetto e la comprensione reciproci. “Attraverso il dialogo e l'attenzione ai valori umani condivisi, ho gradualmente superato questi ostacoli, costruendo ponti con studenti e colleghi - spiega -. La mia vocazione sacerdotale, radicata nella compassione e nell'inclusione, è stata determinante nel creare un ambiente in cui fedi diverse possono coesistere, contribuendo alla formazione olistica delle giovani menti che servo”. “Non sono mai entrato nelle aule senza indossare il collare e la croce – ricorda -. Come insegnante, gli studenti mi chiamano ‘Padre’. Ma ci sono anche alcuni islamisti radicali che li deridono dicendo: ‘Quanti padri avete?’”.

Nel mondo di oggi, la violenza in nome della religione è un problema comune in molte regioni. Come sacerdote e insegnante, p. Tapan ritiene che la sua eliminazione inizi con la promozione della comprensione e del rispetto per tutte le fedi: “L'istruzione ha un ruolo fondamentale nel dissipare l'ignoranza e promuovere l'empatia. Incoraggiando gli studenti a impegnarsi nel dialogo interreligioso, possiamo aiutarli ad apprezzare i valori comuni condivisi tra le religioni, come la pace, la compassione e la giustizia”.

“Come sacerdote in un'università pubblica - continua - il mio ruolo è quello di testimoniare gli insegnamenti di Cristo, in particolare il suo messaggio di amore e di non violenza, nel rispetto delle convinzioni altrui. Costruire relazioni radicate nella fiducia e nel rispetto reciproco, dentro e fuori dalle aule, può abbattere le barriere della paura e del pregiudizio. La vera pace può essere raggiunta solo quando abbracciamo la dignità di ogni individuo, indipendentemente dalla sua fede”.

P. Tapan ritiene che la bellezza del Dipartimento di Religioni e cultura mondiale risieda nel suo ambiente diversificato e dialogico, in cui studenti di varie fedi esplorano insieme le tradizioni religiose globali. Questa apertura favorisce il rispetto e la comprensione reciproca, incarnando il motto del dipartimento: “Religione per la pace”.

“In classe, incoraggio l'apertura mentale e la comprensione, riflettendo il messaggio di amore e accettazione di Cristo. Promuovendo il dialogo e creando uno spazio per le diverse prospettive, mi propongo di costruire una comunità di studenti che apprezzano la pace, la giustizia e il servizio agli altri. Il mio approccio all'insegnamento è radicato nell'umiltà e nell'impegno a coltivare la crescita olistica dei miei studenti, guidandoli verso una vita compassionevole”.

Nel suo dipartimento ha promosso l’istituzione di una Biblioteca intitolata al servo di Dio T. A. Ganguly, che fu arcivescovo di Dhaka dal 1967 al 1977 donando personalmente anche cinque computer per le attività degli studenti. “Sono stato ispirato a onorare la memoria dell’arcivescovo Garguly, la cui dedizione all'istruzione risuona profondamente con la mia missione. La creazione di questa biblioteca promuove il pensiero cristiano, favorisce il dialogo interreligioso e fornisce preziose risorse educative per nutrire le giovani menti. Continuando a promuovere il dialogo e la comprensione tra studenti di fedi e culture diverse, possiamo creare un ambiente accademico più inclusivo e armonioso. Resto impegnato a sostenere questa visione, incoraggiando la prossima generazione a contribuire alla pace e all'unità globale. Desidero e prego che altri ecclesiastici possano seguire le mie orme in quest’Università”.

 

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