P. Rafic: Consiglio delle Chiese d’Egitto per l’unità dei cristiani e il dialogo coi musulmani
Sotto la presidenza di papa Tawadros II si è tenuto il sesto incontro dell’istituzione fondata nel 2013. Fra i suoi obiettivi il dialogo interreligioso e una maggiore presenza cristiana nella politica e nella società. Positivo lo sforzo nella lotta al terrorismo e il dialogo costruttivo in un’ottica di tolleranza.
Il Cairo (AsiaNews) - Un incontro “importante” e “positivo” per “i cristiani e le loro Chiese”, che rafforzano in questo modo “la loro unità di intenti nell’opera pastorale” e nel confronto “con la maggioranza musulmana e il governo”. Perché è essenziale che essi “parlino e agiscano con un’unica voce”. È quanto sottolinea ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, commentando l’incontro che si è tenuto in questi giorni del Consiglio delle Chiese d’Egitto, in occasione del sesto anniversario della fondazione. “Certo - aggiunge il sacerdote - sei anni sono un arco di tempo ancora breve, per acquisire esperienza e rilevanza. Ma il percorso intrapreso è positivo e, con calma, arriveranno anche i risultati”.
Il 9 febbraio scorso, sotto la presidenza di papa Tawadros II, il Consiglio delle Chiese egiziane ha celebrato l’incontro annuale all’insegna del motto “Ch tutti siano una cosa sola”. All’evento erano presenti il patriarca copto-cattolico Ibrahim Isaac, il leader della comunità evangelica rev. Andrea Zaki, l’arcivescovo Mounir Hanna, presidente della Chiesa episcopale e il patriarca greco-ortodosso Theodoros II, oltre a delegati e dignitari delle rispettive Chiese.
Riunitosi per la prima volta il 18 febbraio 2013, il Consiglio delle Chiese d’Egitto - pur salvaguardando l’indipendenza di ciascuna istituzione - mira a favorire il dialogo interreligioso e a promuovere un’unica voce nelle più importanti questioni politiche e sociali. Nel comunicato finale redatto a conclusione del sesto incontro, e inviato per conoscenza ad AsiaNews, i leader cristiani “apprezzano” gli “sforzi” del presidente al-Sisi nel consolidamento dei principi di “uguaglianza, cittadinanza e coesistenza”: Fra questi l’apertura della moschea e della cattedrale della Natività.
Per i leader cristiani è al contempo “positivo” lo sforzo nella lotta al terrorismo e l’opera in chiave di “sicurezza e stabilità”, oltre che di crescita sociale ed economica. Il Consiglio, prosegue il comunicato, sostiene la pace sociale e chiede un “dialogo costruttivo” fra persone in un quadro di tolleranza. A questo si aggiunge l’esortazione ai cristiani perché partecipino “in modo attivo” con “i loro fratelli musulmani” al fine di costruire uno Stato moderno.
Il Consiglio, conclude la nota, intende “continuare a compiere la sua missione nella cooperazione fra Chiese” e a “diffondere lo spirito di tolleranza, amore e unità”. Al contempo intende “contribuire alla crescita e al progresso della società egiziana e a preparare nuove generazioni capaci di servire la propria Chiesa e l’intera nazione”.
In una nazione di quasi 95 milioni di persone, i cristiani [soprattutto copti ortodossi] sono una minoranza consistente, pari al 10% circa del totale. Fra il 2016 e il 2017 il Paese dei faraoni ha registrato una serie di attentati sanguinosi, che hanno coinvolto la stessa comunità cristiana. In vista delle feste, le autorità avevano innalzato il livello di allerta e rafforzato la sicurezza nei pressi dei luoghi di culto. In occasione del Natale copto l’intervento di un imam ha sventato un attacco mirato contro i cristiani in un sobborgo orientale del Cairo.