23/12/2021, 10.23
THAILANDIA
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P. Pelosin: 'Ascoltare i poveri, il nostro Sinodo quotidiano a Bangkok'

di Adriano Pelosin

La lettera di Natale del missionario del Pime che svolge il suo ministero nella chiesa di San Marco, nelle baraccopoli dell'estrema periferia della metropoli: "Durante il Covid-19 tanti giovani hanno capito che la nostra carità non viene da noi, ma da un Altro più grande di noi". 

Bangkok (AsiaNews) - “'Partecipazione, Comunione e Missione'; il tema del Sinodo è vissuto nella nostra comunità. Le istanze dei più poveri sono sempre ascoltate ed esaudite nel nome di Dio che ci dà la grazia di fare questo servizio'. Lo scrive nella sua lettera natalizia ad amici e benefattori - che proponiamo qui sotto - p. Adriano Pelosin, missionario del Pime in Thailandia da più di 40 anni e oggi anche superiore dell'istituto missionario locale thailandese. Nel testo racconta la vita nella parrocchia di San Marco a Pathumthani, tra le baraccopoli dell'estrema periferia di Bangkok, anch'esse gravemente afflitte in questi mesi dalla pandemia. Ma anche questa situazione difficile - racconta - è stata l'occasione per tanti giovani per scoprire "un Altro più grande di noi". Alla presenza tra gli ultimi in Thailandia - nelle baraccopoli di Bangkok ma anche tra le tribù dei monti nel nord del Paese - il Centro Pime dedica la sua campagna 2022 "Sale della terra" che è possibile sostenere anche direttamente on line a questo link.

L’anno scorso abbiamo celebrato il Natale in silenzio ma non senza significato come lo era stato il primo Natale nella stalla di Betlemme; solo gli angeli e pochi pastori hanno partecipato alla gioia di Maria e Giuseppe per il bambino nato. La situazione è rimasta la stessa qui in Thailandia ed è peggiorata da aprile in poi dando segni di miglioramento in questi ultimi giorni. Mi capite bene stiamo parlando di Covid 19.

Nella preghiera, nel silenzio, nel servizio agli altri anche noi viviamo il Natale ogni giorno e, come Maria mostriamo Gesù ai poveri e ai Re Magi. Nonostante la chiusura ufficiale delle chiese i poveri vengono alla nostra chiesa che ha sempre le porte aperte. I nostri cuori sono sempre vicini ai cuori di tanti che per diversi motivi stanno soffrendo e a volte sfiorano la disperazione e il suicidio.

Tante persone qui in Thailandia e anche in Italia partecipano a riportare il sorriso sulle labbra e la luce negli occhi della gente colpita dal Covid 19. Dobbiamo ringraziare il Signore che ci ha scelti a portare questi aiuti materiali, morali e spirituali a circa 500 (cinquecento) famiglie. Circa 100 famiglie sono cambogiani, birmani, laotiani nei cantieri edili, e circa 100 famiglie sono vietnamiti che lavoravano nelle fabbriche. I lavori sono stati chiusi e i soldi sono finiti. Le altre 300 famiglie vivono nelle baraccopoli attorno alla nostra chiesa di San Marco. Previlegiamo come sempre gli anziani abbandonati, i bambini orfani o abbandonati che vivono con i nonni poveri e ammalati.

In parrocchia San Marco abbiamo 14 missionari laici e missionarie laiche che lavorano a tempo pieno per assistere i più poveri nelle comunità di religione buddhista. Ci sono poi alcuni parrocchiani che dedicano il loro tempo libero in questa missione. “Partecipazione, Comunione e Missione”; il tema del Sinodo è vissuto nella nostra comunità. Le istanze dei più poveri sono sempre ascoltate ed esaudite nel nome di Dio che ci dà la grazia di fare questo servizio.

Viviamo la comunione specialmente al mattino quando cantiamo le lodi assieme a una dozzina di giovani che abitano in parrocchia poi partecipiamo alla divina liturgia dove ascoltiamo la parola di Dio letta e predicata e riceviamo insieme lo stesso corpo del Nostro Signore. Continuiamo poi la condivisione nel discutere brevemente il servizio da fare in quel giorno e poi facciamo la colazione assieme. Siamo in tutto tra grandi e piccoli circa 30 persone. Ognuno svolge il suo compito e alla sera ci ritroviamo ancora assieme per l’Ufficio delle letture, i Vesperi e la cena.

Dopo colazione e la pulizia degli ambienti due missionari laici (Nok e Chat) vanno a prendere un gruppetto di bambini dalla baraccopoli “Condo” per portali in parrocchia a studiare “on line”. Una missionaria laica (Toy) porta New Moses e Paul di tre anni (bambini abbandonati che abbiamo accolto in parrocchia) a Wat Sake dove c’è John gemello di Paul per la scuola asilo con la missionaria Keng.

Altre due missionarie laiche (Pon e Su) vanno in un cantiere edile per insegnare ai figli dei cambogiani e birmani che altrimenti non andrebbero a scuola. Laki e Pim aiutano i ragazzi (But, Pong, Bun. Pan, Te, Big, Pale, Spai, Tengmo) che risiedono in parrocchia a seguire le classi on line, mentre il diacono Tii e Tum insegnano ai giovani (Ben, Katin, Pon, tutti orfani) che hanno smesso di andare a scuola e li preparano agli esami di stato. Fon segue il centro cattolico di Lat Lum Kew aperto due anni fa per assistere i poveri della baraccopoli. Lì abitano anche quattro ragazze adolescenti senza famiglia (Muk, Fern, Hai, Chanchai)

Il Signor Prasit di 50 anni segue le baraccopoli vicine alla chiesa e ogni pomeriggio-sera porta i viveri a qualche gruppo. Qui diamo particolare attenzione ai bambini e giovani che se non sono seguiti sin da piccoli si rovinano troppo presto e diventano poi irrecuperabili. Prasit è coadiuvato bene dal signor Paolo Lorenzi, volontario di Trento. Ot è un missionario laico vietnamita che segue i lavori dell’orto dove produciamo verdura, banane e altra frutta per noi e per i poveri. Ot fa anche da papà a New Moses di tre anni.

Poi ci sono altri non missionari ufficiali ma parte integrante della nostra comunità; la cuoca Pai che ogni giorno prepara tre pasti caldi per tutti noi e anche per gli ospiti che alla domenica raggiungono il centinaio. Il marito della cuoca Bunma è il factotum del complesso parrocchiale, Pen che segue gli animali pecore, capre, anitre, oche. conigli, pesci e galline e anche un altro orto, Mak e Chalong sono due uomini rimasti mentalmente come bambini ma sempre pronti ad aiutare, Chup e Kof sono due aspiranti a diventare sacerdoti missionari che aiutano soprattutto alla distribuzione dei viveri e latte a circa trecento famiglie di profughi pakistani e nei lavori degli orti e manutenzione del complesso parrocchiale.

Poi ci sono io che ringrazio il Signore ogni giorno per la sua assistenza, guida, amore. Chiedo a Dio che nella mia vecchiaia non faccia errori troppo gravi e che sia sempre più degno della missione che mi ha chiamato a fare tenendo presente sempre che ogni avvenimento è un tornaconto per chi ama Dio ed è amato da lui. Così abbiamo interpretato la volontà di Dio nel Covid 19.

Il Covid 19 ci ha messo in contatto con molta gente e soprattutto giovani che non conoscevamo prima. Alcuni di loro hanno capito che il nostro interesse per loro, la nostra carità non viene da noi, ma da un Altro più grande di noi e volentieri vengono in Chiesa per conoscerlo e ringraziarlo. Così alla domenica andiamo a prendere un centinaio di persone, soprattutto giovani, e li portiamo in chiesa per la colazione, la messa, attività caritative, pranzo, giochi e condivisione della parola in qualche famiglia; alcuni si fermano anche per la cena. I missionari laici e volontari Cattolici sono coinvolti in queste attività. Quando sarà passato il Covid cominceremo anche a insegnare catechismo per la preparazione al battesimo.

Chiediamo a Dio di darci la pazienza necessaria nel non poter fare tutto quello che facevamo prima a causa del Covid; di sviluppare altri modi più sinceri di stare assieme e collaborare assieme allo sviluppo tecnico, morale e spirituale vicendevole.

Ci sarebbero tante altre cose da raccontare, ma vedo che mi sto allungando e allora finisco mandandovi un sincero augurio di Buon Natale. Dio che nasce uomo per renderci come Dio, che cosa grande! Grande per noi e anche per molti altri che ancora non conoscono questa verità.

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