27/01/2025, 12.19
HONG KONG
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P. Mella in sciopero della fame per i giovani detenuti a Hong Kong

Da ieri sera il sit-in di 24 ore del missionario del Pime davanti agli uffici centrali del governo in favore degli almeno mille che sono tuttora in carcere per la repressione dei movimenti pro-democrazia. "Con un'amnistia potrebbero ridare credibilità a questa città". Il ricordo di Siu Ka Chun, uno dei leader del "movimento degli ombrelli" del 2014 e poi attivista per i diritti dei detenuti, scomparso nei giorni scorsi per un tumore.

Hong Kong (AsiaNews) - In sciopero della fame davanti alla sede centrale degli uffici governativi di Hong Kong, per ricordare gli oltre mille prigionieri politici tuttora in carcere dopo la repressione delle manifestazioni pro-democrazia. Soprattutto i più giovani, delle cui sorte nessuno se non le loro famiglie si preoccupa.

Alla vigilia del capodanno cinese p. Franco Mella - missionario del Pime da tanti anni in prima linea nelle battaglie sociali a Hong Kong - è tornato oggi a manifestare con un sit-it di 24 ore iniziato ieri sera come gesto contro il silenzio sulla sorte “di tanti fratelli e sorelle che si sono dati da fare per i più poveri e con un’amnistia potrebbero ridare credibilità a Hong Kong e anche aiutare la sua ripresa economica molto più di iniziative di immagine, come far arrivare qui dei panda come attrazione turistica”.

In quest’iniziativa - che ripete due volte all’anno - stavolta p. Mella non è stato solo: due altri amici di Hong Kong hanno voluto unirsi al suo gesto. E un articolo su di loro questa mattina è apparso anche sul Mingpao, un quotidiano locale. “È un gesto simbolico - racconta il missionario -. Dobbiamo almeno dire pubblicamente che speriamo che queste persone possano presto ritornare alle loro famiglie. Ha fatto parlare in tutto il mondo nei mesi scorsi la sentenza che ha condannato fino a 10 anni di carcere gli organizzatori delle elezioni primarie. È in corso il processo a Jimmy Lai; tra qualche mese comincerà quello a Lee Cheuk-yan e agli altri promotori delle commemorazioni del 4 giugno, l’anniversario di Tiananmen. Ma i loro sono solo i casi più noti: dietro ci sono anche queste centinaia di giovani. E migliaia di altri che potrebbero essere portati ancora in tribunale per quei fatti”.

P. Mella spiega che il suo gesto non è nient’altro che “lasciarsi guidare dalle parole di Gesù ascoltate nel Vangelo durante la Messa di ieri: lo Spirito del Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione, e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi…”.

Un impegno nel ricordo anche di Siu Ka Chun, un cristiano battista scomparso pochi giorni fa a causa di un tumore all’età di 55 anni. “Condannato a 8 mesi di carcere per il suo ruolo del movimento degli ombrelli nel 2014, stava scontando questa pena quando vi furono le proteste del 2019 - ricorda p. Mella -. Quando uscì di prigione era già molto dimagrito. Ma si è speso con tutte le sue forze per dare vita a un’attività per permettere a chi si trova in carcere di acquistare a basso costo ciò di cui hanno bisogno in detenzione. Nel 2021 è stato costretto a chiudere anche quella, perché divenuta troppo rischiosa. Ma l’attenzione ai detenuti è rimasta la sua battaglia e il suo esempio rimane”.

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