20/12/2017, 13.19
GIAPPONE
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P. Lembo: Gesù è la risposta alla ‘sete’ di vita dei giovani giapponesi

I missionari devono ascoltare quello che hanno i giovani giapponesi “nel cuore”. La fatica quotidiana del volontariato, del lavoro con gli anziani in una società frenetica. Il Vangelo non è “un nuovo sistema religioso estraneo” ma è “l'incontro con una persona che può guidarti nella tua vita, Gesù”. Alcuni giovani cattolici fanno volontariato coinvolgendo i loro amici non cristiani.​

Tokyo (AsiaNews) – “Come posso vivere la mia vita quotidiana, in questa società che non posso cambiare, con uno sguardo diverso?”. È la domanda che molti giovani giapponesi si pongono nel vivere le fatiche quotidiane, una “sete” che a volte li porta a incontrare Gesù in un Giappone in cui il Natale è una festa “totalmente laica”. A raccontarlo è p. Andrea Lembo, parroco della chiesa della Sacra Famiglia, Fuchu, diocesi di Tokyo e superiore regionale del Pime in Giappone.

Per p. Lembo, il principale impegno di un missionario che in Giappone è a contatto con i giovani è saperli ascoltare, sedendosi “davanti una birra o un buon sushi”. “In una società molto frenetica – dice – spinta verso i risultati, che guarda a quanto produci, che ha lati positivi e negativi, è necessario trovare il tempo di sedersi, ascoltarsi, avere qualcuno che ascolta quello che ho nel cuore”. È così che “si scoprono belle esperienze: giovani che non sanno cos'è il cristianesimo, chi è Gesù, ma vivono una dimensione evangelica della vita molto significativa. Penso a tutti i giovani che lavorano nelle case di riposo, nei centri di cura”.

In un Paese sempre più anziano come il Giappone, il lavoro nel settore della cura del malato e dell’anziano è il più sicuro, “ma sono degli ambienti difficili. Per un giovane è una pressione psicologica e fisica molto forte. Devono trovare una risposta alla fatica che stanno facendo ogni giorno, ed è lì che l'annuncio al Vangelo ogni tanto avviene. Non per opera nostra, sono loro che dicono: ‘ma c'è qualcosa che posso scoprire nella mia vita che mi fa vivere un po' più leggermente quello che vivo ogni giorno?’ E allora lì si presenta la figura di Gesù, di questo uomo che ha incontrato persone, ammalati, poveri.”

“Già quando si entra nel mondo, dall'asilo, le scuole, è un binario molto deciso”. Questi giovani non vogliono “astrarsi” dalla società– come accade per i ragazzi che scelgono l’isolamento (hikikomori) e il suicidio – ma trovare una risposta alla necessità di vivere al suo interno. “C'è sete. È lì che entra l'annuncio di un Vangelo che non è tanto un nuovo sistema religioso estraneo a questa cultura, ma è l'incontro con una persona che può guidarti nella tua vita, Gesù. Penso a una giovane che ho incontrato che ha subito molte delusioni amorose. Le abbiamo presentato, in maniera molto semplice, come guida un po’ spirituale e psicologica, il capitolo 4 del vangelo di Giovanni la samaritana. Questa donna che ha una sete interiore di amore. È stato un incontro molto bello. Sono storie che fanno vivere un incontro con Gesù”.

Quest’incontro è possibile a Natale, nonostante la dimensione “laica” della festa.

P. Lembo ride: “In Giappone, il Natale non è semplicemente ‘laico’, è totalmente una festa laica. Io uso un’espressione: è un Natale senza Gesù. Nel senso che è pieno di luci… è un po' il nostro San Valentino, la festa degli innamorati. Alcuni ragazzi vengono alla messa della sera perché fa parte del 'set' di quella sera. Però ci sono anche dei segni positivi, una sensibilità su alcuni messaggi che una grande festività come il Natale può comunicare. Certo siamo ancora lontani da poter dire che il Natale sia una festa religiosa”.

“I giovani cattolici lo vivono in maniera molto bella, invece. Molti di loro non hanno il partner o gli amici che sono cattolici, ma riescono a invitarli in Chiesa”.

Il Natale è anche un’occasione di fare volontariato, dovere molto sentito dai giovani giapponesi. Il 24 dicembre, nel pomeriggio p. Lembo e più di una ventina di ragazzi cucineranno gli onigiri, le polpette di riso giapponesi. Dopo la messa serale, le porteranno ai senzatetto. “Andiamo a portare un momento di gioia alle persone che sono in difficoltà, non facendo un atto caritativo nel dare semplicemente da mangiare, ma stando con loro. È un modo per vivere il Natale nel senso vero, c'è la vicinanza di Dio alla miseria, alla povertà umana. E vedo che anche per i giovani non-cristiani e non-cattolici – c'è un grande movimento di volontariato – diventa un modo di comunicare. Di essere vicini."

“Quest'anno la mia parrocchia con i bambini costruisce il presepe piano piano, un po' per andare contro l'ambiente intorno, dove è già tutto ‘Natale’, ma senza Gesù. Sarà completato la sera di Natale”, conclude p. Lembo. Negli anni precedenti, il missionario aveva chiesto alle famiglie della parrocchia di Cristo Risorto, a Narashino, Tokyo, di fare un presepe in cui Gesù nascesse nella vita quotidiana. Una di esse lo ha costruito dentro la “shinkansen” [rete ferroviaria che collega Tokyo e Osaka], perché Gesù “nascesse per poter incontrare le tante persone che viaggiano” (foto).

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