16/10/2006, 00.00
ISRAELE
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P. Jaeger: necessario continuare a fare riferimento all'Accordo fondamentale tra Chiesa e Israele

di Arieh Cohen
Esperti ebrei e cattolici da domani a confronto in un convegno sugli ordinamenti ebraico, israeliano e della Chiesa.

Tel Aviv (AsiaNews) - Un convegno accademico, primo nel suo genere, avrà inizio domani, martedì, 17 ottobre, a Gerusalemme, e continuerà nel giorno successivo. Il tema. "il diritto ebraico - il diritto della Chiesa Cattolica - il diritto israeliano". E' un'iniziativa congiunta dell'Università Pontificia della Santa Croce (Roma), dell'Università Cattolica Pazmany Peter di Budapest, della Libera Università Maria Assunta (Roma), e della Facoltà di Diritto dell'Università Ebraica di Gerusalemme, con l'apporto della Pontificia Università "Antonianum" (Roma), rappresentata da uno dei tre membri del comitato organizzativo, che è pure un relatore al convegno.

In preparazione da anni (cinque o sei), il convegno è il frutto concreto dell'iniziativa del prof. mons. Joaquin Llobell della Pontificia Università della Santa Croce, coadiuvato dal padre David-Maria A. Jaeger, ofm, della facoltà di diritto canonico dell'"Antonianum" di Roma. All'inizio si pensava a tenerlo in collaborazione con l'università privata israeliana, l' "Interdisciplinary Centre" di Hertzliya, che però ha preferito in seguito rinunciarvi, cosicché è stata invitata la prestigiosa facoltà di diritto dell'Università Ebraica.

Mentre si tratta di una celebrazione "privata, dall'indole accademica", il programma del convegno indica che esso si mette in relazione all'Articolo 7 dell'"Accordo fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele" (1993), che chiama alla "promozione e all'incoraggiamento di scambi culturali tra gli istituti cattolici ovunque nel mondo e gli istituti di formazione, di cultura e di ricerca in Israele".

Il padre Jaeger ha spiegato ad AsiaNews di attribuire, "ora più che mai" una particolare importanza a tale riferimento al trattato bilaterale del 1993, che attende ancora di essere pienamente eseguito. Infatti, già un paio d'anni fa, l'Avvocatura dello Stato in Israele ha sorpreso i giuristi di entrambe le parti, avvisando la Corte Suprema israeliana di non ritenere l'Accordo vincolante per lo Stato di Israele, nonostante esso fosse stato da Israele ratificato già nel 1994. "Ogni scambio bilaterale positivo tra la Chiesa e Israele, che si possa dimostrare radicato nell'Accordo fondamentale, dovrebbe aiutare a mantenere vivo l'Accordo fino al risolversi delle attuali difficoltà di esecuzione", ha detto il religioso, che è anche presidente dell'organizzazione americana dedita a promuovere il rapporto tra la Chiesa e Israele, "The Church and Israel Public Education Initiative".

Il convegno medesimo comprende delle sezioni sulle Fonti del diritto, sul Diritto di famiglia, e su diverse concezioni del rapporto tra Stato e religione. Tra i relatori annunciati dal programma si trovano noti canonisti europei, come, tra gli altri, il domenicano inglese Roberto Ombres, lo spagnolo Javier Martinez-Torron, e, da Roma, il conte Giuseppe Dalla Torre e Gaetano Lo Castro. Tra gli esperti di diritto ebraico o israeliano si trova il celebre esperto israeliano di diritti umani Natan Lerner, come pure, tra gli altri, i professori Yuval Merin, Brachyahu Lifshitz, Yechiel Kaplan; essi vengono dall'Università Ebraica, dall'Università di Haifa, dall' Università "Bar-Ilan", dall' "Interdsciplinary Centre" e dal "College of Management".

Alcuni degli argomenti fanno pensare a certe questioni molto dibattute oggi in Occidente, come, ad esempio, "i soggetti capaci di fondare una famiglia" o, più generalmente, il ruolo del "diritto naturale" tra le fonti del diritto dello Stato moderno.

E' interessante che il programma del convegno distingue chiaramente tra il diritto "laico" dello Stato di Israele e il diritto religioso ebraico. Quest'ultimo è talvolta recepito dall'ordinamento israeliano, ma è lungi dall'essere identico ad esso - come spiega ad AsiaNews uno dei relatori. Egli aggiunge: "Si nota una certa tensione nel rapporto tra i due ordinamenti, quello ebraico e quello dello Stato, che per i cattolici sarebbe particolarmente interessante. Il cattolicesimo impone, ovviamene, la netta distinzione tra le sfere temporale e spirituale, ma è pure molto critico nei confronti dell'ideologia del 'secolarismo' ('laicismo'), che riterrebbe la religione assolutamente irrilevante in rapporto alle leggi e alle politiche dello Stato. Ci affascinano, perciò, i vari tentativi di trovare il giusto equilibrio tra gli estremi della 'teocrazia', da una parte, e il 'secolarismo' ('laicismo') accanito, dall'altra", conclude questo esperto cattolico.

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