Osaka, maxi sfratto di homeless in vista dell'Expo 2025
Cinquecento agenti in tenuta antisommossa hanno recintato il Centro generale Airin, intimando lo sgombero alle persone senza dimora. La città che da aprile ospiterà l'esposizione universale è anche quella con il più alto numero di lavoratori a giornata che un tempo qui trovavano un punto di riferimento. Senzatetto 60enne: "Osaka oggi è per i turisti stranieri, non c'è più posto per noi".
Roma (AsiaNews/Agenzie) - A Osaka, distretto di Kamagasaki, le forze dell’ordine sono intervenute l’1 dicembre con un massiccio dispiegamento di 500 uomini in tenuta antisommossa per sfrattare le persone senza fissa dimora nella zona del Centro generale Airin, nel quartiere Nishinari. A Osaka risiede il più alto numero di lavoratori a giornata del Giappone. Molti di loro nell’area di Airin, compresi bisognosi e senza dimora, trovavano opportunità occupazionali e di sostegno. Nel 2019 il Centro Airin chiuse e da allora molti di loro avevano trovato riparo nelle strade adiacenti. Il governo della prefettura di Osaka, proprietario del terreno, ha così intentato una causa chiedendo che le persone senza dimora lasciassero l’area.
Lo scorso maggio la comunità homeless e i loro rappresentanti hanno perso il caso e la sentenza è stata confermata. Da allora il tribunale distrettuale di Osaka ha approvato la mozione del governo per avviare il processo di sfratto. Un tempismo che lascia intendere l’intenzione delle autorità di sgomberare l’area in vista dell’esposizione internazionale Expo 2025, che sarà ospitata a Osaka da aprile a ottobre del prossimo anno. E che secondo gli organizzatori si propone di riunire “persone e innovazioni da tutto il mondo nel tentativo di affrontare i problemi che l'umanità deve affrontare su scala globale”. Osaka già ospitò due Expo, nel 1970 e nel 2005, per le quali diventò “simbolo della rapida crescita economica del Giappone”, sottolineano gli organizzatori.
Lo sfratto è avvenuto due giorni fa, prima delle 7 del mattino: la polizia ha bloccato una strada prossima al centro chiuso, dove di solito oltre 10 persone trascorrono la notte. The Asahi Shimbun racconta che gli agenti hanno intimato ad alta di voce alle persone senza dimora di spostarsi, comunicando loro che stavano eseguendo un ordine del tribunale. L’area di Airin era piena di rifiuti ed elettrodomestici abbandonati, nonché di oggetti necessari alla sopravvivenza delle persone senza dimora. Sono intervenute gru e camion per la raccolta dei rifiuti per rimuovere gli oggetti ingombranti, mentre gli agenti si sono occupati di quelli di dimensioni modeste. Dopo la rimozione, il centro è stato circondato da una recinzione alta più di 3 metri per impedire alle persone di rientrare.
Il personale amministrativo si è avvicinato agli homeless, cercando di guidarli in una struttura alternativa dove potevano ricevere consulenza e supporto. Ma molti di loro si sono rifiutati di andarsene. Gi operatori dei gruppi di sostegno e delle associazioni per i senzatetto si sono precipitati sul posto e hanno protestato, chiedendo la riapertura delle strade. Un uomo 70enne - continua The Asahi Shimbun - ha affermato, disperato: “Datemi un preavviso di una settimana, e posso organizzare bene le mie cose, ma questo è troppo violento. Come possono chiedermi di andarmene così bruscamente?”. Un'altra persona senza fissa dimora di 60 anni ha detto di aver previsto lo sfratto: “Ci sono sempre più turisti stranieri qui. Quindi immagino che sia solo un segno dei tempi”.
Non è la prima volta che si registrano scontri tra lavoratori a giornata e forze dell’ordine. Tra il 1961 e il 2008, 24 rivolte si sono verificate nel distretto di Kamagasaki, che hanno provocato numerosi feriti e arresti.
Il Centro generale di Airin venne stato costruito nel 1970. Il suo scopo era supervisionare il mercato del lavoro e reclutare lavoratori per le strade. Il Centro aveva uno spazio chiamato "yoseba", dove i lavoratori a giornata si riunivano e una struttura ospedaliera che forniva assistenza medica gratuita e a basso costo. Il centro è stato chiamato un “simbolo di Kamagasaki” perché era un luogo in cui i lavoratori interagivano tra loro. Tuttavia, è stato scoperto che il centro aveva problemi di resistenza ai terremoti. Nel 2016, era stata presa la decisione di trasferire temporaneamente la struttura di lavoro del centro e di creare un nuovo edificio. È seguita la chiusura del 2019. Ma i lavori di demolizione non sono ancora iniziati. E i senzatetto hanno continuato a dormire davanti alle strutture chiuse, portando teli di plastica blu e futon.
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