Orissa, si temono nuove violenze dei radicali indù il 23 agosto
I fondamentalisti celebreranno la giornata di “Protezione della fede” per ricordare lo swami Laksamananda Saraswati, ucciso dai maoisti. L’assassinio ha scatenato tremendi attacchi verso i cristiani innocenti. John Dayal, segretario dell’All India christian council chiede misure preventive per evitare nuove violenze.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - John Dayal, Segretario generale dell’ All India christian council (Aicc), e membro del National integration council del governo indiano ha lanciato un allarme a tutti i livelli governativi, nazionale e locale, per scongiurare possibili violenze in occasione di una manifestazione di radicali indù prevista per il 23 agosto. Nella sua lettera John Dayal scrive: “Come lei sa, il 23 agosto è il terzo anniversario dell’uccisione del leader del Vhp Laksamananda Saraswati da parte di maoisti, e dei pogrom che ne sono seguiti contro i cristiani dalit e della comunità tribale della regione. Questi pogron hanno portato alla distruzione di 300 chiese, all’incendio di più di 5600 abitazioni e alla fuga di oltre 56mila cristiani. Una suora e altre due donne sono state violentate e molte molestate. Il ricordo di quella violenza è bruciante nella psiche della nostra comunità”.
I cristiani sono stati accusati ingiustamente dell’uccisione del leader indù, come ha dimostrato la sentenza di condanna dei reali assassini (11/05/2011 Pogrom in Orissa, la polizia scagiona i cristiani per la morte dello swami indù), ma questo non basta per tranquillizzare i cristiani, ancora oggi oggetto di discriminazione e violenza. Continua John Dayal: “Ora il Sangh Parivar (movimento radicale indù, n.d.r) afferma che celebrerà il 23 agosto prossimo la giornata di ‘Protezione della fede’, e sta distribuendo manifestini in questo senso. La nostra comunità teme che potrebbero esserci problemi e violenze a meno che il governo dello Stato non prenda le misure più severe a Kandhamal e negli altri distretti. Vi scrivo questa lettera per far sì che voi interveniate presso il governo dello Stato affinché compia il suo dovere verso la comunità di minoranza e la assicuri che non ci saranno incidenti”.
Nel frattempo, una delegazione parlamentare tedesca ha visitato Kandhamal e ha chiesto con urgenza al Primo ministro dell’Orissa, Naveen Patnaik, di prendersi carico della situazione nel distretto. La delegazione, composta di nove membri, guidata da Volker Kauder, presidente del gruppo cristiano-democratico ha visitato i rifugiati nel campo di Nandagiri. “I cristiani vivono ancora nella paura” ha dichiarato Kauder, che ha aggiunto: “Il fatto che alcuni responsabili della violenza siano ancora in libertà è un ostacolo alla riconciliazione e a una stabilità di lunga durata. E’ una fonte di preoccupazione e sarà discusso con le autorità indiane”.
I cristiani sono stati accusati ingiustamente dell’uccisione del leader indù, come ha dimostrato la sentenza di condanna dei reali assassini (11/05/2011 Pogrom in Orissa, la polizia scagiona i cristiani per la morte dello swami indù), ma questo non basta per tranquillizzare i cristiani, ancora oggi oggetto di discriminazione e violenza. Continua John Dayal: “Ora il Sangh Parivar (movimento radicale indù, n.d.r) afferma che celebrerà il 23 agosto prossimo la giornata di ‘Protezione della fede’, e sta distribuendo manifestini in questo senso. La nostra comunità teme che potrebbero esserci problemi e violenze a meno che il governo dello Stato non prenda le misure più severe a Kandhamal e negli altri distretti. Vi scrivo questa lettera per far sì che voi interveniate presso il governo dello Stato affinché compia il suo dovere verso la comunità di minoranza e la assicuri che non ci saranno incidenti”.
Nel frattempo, una delegazione parlamentare tedesca ha visitato Kandhamal e ha chiesto con urgenza al Primo ministro dell’Orissa, Naveen Patnaik, di prendersi carico della situazione nel distretto. La delegazione, composta di nove membri, guidata da Volker Kauder, presidente del gruppo cristiano-democratico ha visitato i rifugiati nel campo di Nandagiri. “I cristiani vivono ancora nella paura” ha dichiarato Kauder, che ha aggiunto: “Il fatto che alcuni responsabili della violenza siano ancora in libertà è un ostacolo alla riconciliazione e a una stabilità di lunga durata. E’ una fonte di preoccupazione e sarà discusso con le autorità indiane”.
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