Orissa, negata la sepoltura in cimitero a una vittima di Covid-19
L'ondata di morti della pandemia crea tensioni anche intorno ai cimiteri cattolici. Sajan K George (Global Council of Indian Christians): "Diritto che non può essere negato". Nonostante gli aiuti internazionali, in un ospedale di Goa si continua a morire per mancanza di rifornimenti di ossigeno.
Mumbai (AsiaNews) – La crescita esponenziale delle morti dovuta al Covid-19 crea tensioni anche intorno al diritto alla sepoltura dei cristiani. Mentre anche oggi i dati delle ultime 24 ore parlano di altri 343.144 nuovi casi e 4.000 morti nel Paese, dall'Orissa giunge la notizia di una sepoltura negata in un cimitero cattolico a una vittima del Covid-19. La vicenda è avvenuta nel villaggio di Mohana, nel distretto di Gajapati: Manjula Beero, una donna di 63 anni che da 25 soffriva di disturbi psichici, è deceduta lo scorso 11 maggio, ma non ha potuto essere sepolta nel cimitero cattolico della chiesa di San Pietro, nella diocesi di Berhampur.
Seguendo il protocollo anti-Covid il funzionario pubblico ha contattato il figlio della donna, che però si trovava confinato in casa in quarantena e quindi non poteva ottenere dal sacerdote locale, padre Valentine Uttansingh, il permesso per la sepoltura nel cimitero cattolico. Interpellato dalla catechista del villaggio, il sacerdote ha risposto sostenendo che lo spazio ormai è poco, la terra del cimitero è sabbiosa e il suolo si sta erodendo. A quel punto il funzionario pubblico ha proposto al figlio la sepoltura in un altro terreno e questi aveva accettato. Ma gli indù del villaggio non hanno permesso che le spoglie attraversassero il villaggio. Così alla fine Rajanikanth Beero ha dovuto chiedere di seppellire la madre davanti a casa sua.
A far crescere il disappunto per la vicenda è il fatto che nelle ultime due settimane c'erano state quattro persone morte di Covid-19 a cui le autorità ecclesiastiche, in quello stesso luogo, avevano concesso la sepoltura nel cimitero seguendo tutti i protocolli.
Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) Sajan K George ha condannato con forza quanto accaduto, visto come la negazione di un diritto religioso e di un diritto umano della vittima. “La negazione del rito cattolico della sepoltura - commenta ad AsiaNews – offende i sentimenti religiosi di una famiglia già colpita dal dolore. Il governo permette la sepoltura delle vittime cristiane e musulmane del Covid-19 e anche l'Alta corte di Mumbai ha sancito questo diritto. L'arcidiocesi di Hyderabad ha diffuso anche delle nuove linee guida in cui si sottolinea che i corpi devono essere sigillati in apposite sacche chiuse da cerniere prime di essere collocate nella bara. E la tomba stessa viene sanificata dopo la sepoltura”.
Nonostante gli aiuti internazionali, nel Paese continuano a giungere notizie di malati di Covid che muoiono in ospedale a causa della mancanza dell'ossigeno. L'ultimo caso riguarda il Medical College & Hospital, un ospedale pubblico di Bambolim nel distretto di Goa: per ben tre giorni consecutivi sono state segnalate morti anomale legate all'interruzione nei rifornimenti dell'ossigeno. Nel complesso sono morti 62 malati di coronavirus. Sulla vicenda è intervenuta l'Alta corte di Goa con un duro monito al governo locale: “Le statistiche mostrano in modo chiaro che queste morti sono dovute alla mancanza di ossigeno. Non cercate di negare l'evidenza, sappiamo bene che il problema non è stato ancora risolto”.
15/07/2017 09:02
04/05/2020 16:25