Orissa, la sentenza sulla suora stuprata "mostra la connivenza tra Stato ed estremisti indù"
Mumbai (AsiaNews) - Un verdetto che mostra in modo chiaro "la connivenza e il sostegno dei funzionari pubblici alle violenze deliberate dei fondamentalisti indù". Lo afferma ad AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), commentando la sentenza di un tribunale di Cuttack sul caso di suor Meena Barwa, stuprata e umiliata da una decina di persone durante i pogrom di Kandhamal (Orissa) del 2008.
Nove uomini sono stati processati per le violenze compiute sulla religiosa: i giudici hanno però condannato solo tre di loro, dando piena assoluzione agli altri sei. Una decima persona, identificata dalla stessa vittima, non è mai stata arrestata. "Siamo sconvolti e costernati dal verdetto pronunciato dalla corte distrettuale di Cuttack - sottolinea Sajan George - in merito a un atto criminale e disumano. La suora è stata aggredita, stuprata e trascinata nuda per le strade del distretto di Kandhamal, esposta al pubblico ludibrio. Già all'epoca quanto accaduto ha scosso la coscienza di tutta la nazione, e quasi tutti i giornali ne hanno parlato".
In tal senso, spiega il presidente del Gcic, "la sentenza mostra che la complicità riguarda l'intera macchina processuale: le indagini, la documentazione, le accuse e i procedimenti. Le agenzie statali hanno fallito in modo eclatante nel dare il necessario sostegno istituzionale alle vittime". Secondo Sajan George il caso "indica in modo evidente un pregiudizio istituzionale nei confronti della comunità cristiana. Minimizzare la violenza sessuale contro le donne è un'inadempienza deliberata del proprio dovere, che viola ogni garanzia sancita dalla Costituzione".
07/08/2017 11:42