Orissa, arrestati 12 tribali convertiti al cristianesimo senza il permesso delle autorità
Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians(Gcic), condanna la decisione dell’autorità del distretto e chiede a Naveen Patnaik, capo ministro dell’Orissa, di ritirare le accuse contro i tribali e fermare le violenze contri i cristiani dell’Orissa. “Chiediamo al capo ministro dell’Orissa di aprire un’indagine contro i funzionari di polizia coinvolti nelle intimidazioni contro i pastori e i tribali del distretto di Mayurbani”. Secondo l’attivista il governo locale deve fermare coloro che utilizzano la legge per perseguire la popolazione, raggirando la Costituzione fondata sul rispetto di giustizia e libertà. “Quanto commesso dalla polizia e dagli estremisti indù del Sangh Parivar è scandaloso ed è una parodia della visione nobile alla base degli ideali sanciti nella Costituzione indiana”.
In questi anni il distretto di Mayurbhanj ha visto diversi casi di violenza contro i cristiani per mano degli estremisti indù. Il 22 gennaio 1999, Graham Stewart Staines missionario anglicano australiano e i figli Philip e Timothy sono stati bruciati vivi mentre dormivano nella loro station wagon nel villaggio Manoharpur. Nello stesso anno p. Arul Doss, sacerdote della Chiesa di Anandpur, è stato attaccato da 10 estremisti che lo hanno ucciso lanciandogli contro delle frecce, per poi bruciare la sua chiesa.
L’Orissa è uno dei sei Stati (Madhya Pradesh, Gujarat, Tamil Nadu, Rajastan, Arunachal Pradesh) dove è in atto la legge contro le conversioni. Essa è stata voluta dai gruppi estremisti indù legati al partito di opposizione Bharatiya Janata Party (Bjp), per fermare il cosìdetto “proselitismo o le conversioni attraverso pagamenti in denaro. A tutt’oggi nessuna di queste accuse è stata provata.