25/06/2014, 00.00
SUDAN - ISLAM
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Ora Meriam è accusata di aver falsificato i documenti, rischia cinque anni di carcere

Uno dei suoi avvocati riferisce che "è stata fermata dopo che ha presentato un documento straordinario di viaggio rilasciato dall'ambasciata del Sud-Sudan e con un visto per gli Stati Uniti". Ma l'ambasciata ha dichiarato che il documento è originale. Il Dipartimento di Stato Usa, siamo con la famiglia e il governo sudanese per risolvere quanto prima la questione.

Khartoum (AsiaNews/Agenzie) - Ora Meriam è accusata di aver falsificato i suoi documenti. La cristiana sudanese che, il giorno dopo l'annullamento della condanna a morte per apostasia, si era recata con la sua famiglia all'aeroporto di Khartoum per lasciare il Paese, è attualmente trattenuta, con i familiari, in una stazione di polizia ed è stata accusata di aver tentato di utilizzare per l'espatrio documenti falsi.

Meriam Yahia Ibrahim Ishag era stata rilasciata lunedì scorso quando la Corte d'appello aveva  annullato la sentenza di colpevolezza. Ma ieri è stata nuovamente fermata dalla polizia aeroportuale e dai servizi segreti.

A quanto riferito da uno dei suoi avvocati, Mohaned Mostafa, "è stata fermata dopo che ha presentato un documento straordinario di viaggio rilasciato dall'ambasciata del Sud-Sudan e con un visto per gli Stati Uniti".

L'ambasciata ha dichiarato che il documento è originale, ricordando che il marito della donna è originario del Sud-Sudan. Ed è cittadino americano.

La vicenda di Meriam, la condanna a morte della quale aveva già suscitato la sdegnata reazione della comunità internazionale, rischia ora di assumere le caratteristiche di una disputa diplomatica. Il ministero degli Esteri sudanese ha convocato gli ambasciatori degli Stati Uniti e del Sud-Sudan , mentre una nota diffusa su Facebook dal Sudan's National Intelligence and Security Services afferma che "le autorità considerano l'accaduto un crimine", per il quale, peraltro, la legge prevede fino a cinque anni di carcere.

Da parte usa, il Dipartimento di Stato Usa, tramite la portavoce Marie Harf ha dichiarato che " gli Stati Uniti sono stati informati dal governo sudanese che Meriam Yahya Ibrahim era stata temporaneamente fermata in aeroporto per essere interrogata sulle questioni relative al suo viaggio e ai documenti di viaggio. Non è stata arrestata". "Il governo di Khartoum ci ha assicurato della sua sicurezza".  L'ambasciata americana, ha concluso, è "fortemente coinvolta" con la famiglia e il governo sudanese per risolvere quanto prima la questione.

 

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