05/12/2022, 08.49
RUSSIA
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Opposizione contro la barbarie russa in Ucraina

di Vladimir Rozanskij

Gruppo di dissidenti russi si è riunito in Lituania. Esprime preoccupazione per la “stanchezza” verso la guerra mostrata da europei e statunitensi. Aiuto Occidente unica chiave per permettere agli ucraini la vittoria. Putin aspetta il momento giusto per colpire.

Mosca (AsiaNews) – Si è tenuta a Vilnius nei giorni scorsi la terza “Conferenza contro la guerra” in Ucraina organizzata da politici russi di opposizione, che si trovano in emigrazione-esilio fuori dalla Patria: un’iniziativa animata principalmente dall’ex campione mondiale di scacchi Garri Kasparov. Molti di coloro che non hanno potuto recarsi in Lituania hanno comunque partecipato da remoto.

Evgenij Čičvarkin, imprenditore della ristorazione e fondatore del partito “Pravoe delo” (Azione di destra), emigrato in Inghilterra già dal 2010, è intervenuto dicendo che “tutto il mondo, a parte la Russia e qualche amico della Russia dal cervello congelato, considera la guerra in Ucraina come un genocidio, e purtroppo sembra che non siamo ancora arrivati alla fine di questa insensata invasione”.

Come altri esponenti dell’opposizione in esilio, egli guarda agli eventi con molto pessimismo, pur confidando nella forza d’animo degli ucraini e nel sostegno degli alleati occidentali, esprimendo tutta la sua costernazione per il numero delle vittime: “Oltre 100 mila ucraini e 100 mila russi in un anno hanno perso la vita, il sangue non vuole neanche più scorrere nelle mie vene”.

Come ripetono diversi partecipanti, “è una guerra assurda, di cui neanche Putin conosce le ragioni”, e se si passerà alla produzione industriale di massa dei droni iraniani, la tragedia potrebbe assumere dimensioni veramente inusitate. “È chiaro che conta chi vince, ma conta soprattutto quanta gente dovrà ancora soffrire”, ribadisce Čičvarkin.

Un’altra esponente dei liberali, l’ex deputata della Duma di Mosca Natalia Šavšukova, ritiene comunque che l’Ucraina vincerà la guerra, nonostante la differenza numerica delle forze in campo, perché “è più forte moralmente, anche se ora si sono dovuti fermare per le contraddizioni degli alleati occidentali, che non sanno se continuare a sostenere gli ucraini fino in fondo”. Il timore è che il tema della resistenza ucraina appassioni sempre meno: “L’Ucraina sta uscendo dalle prime pagine dei giornali occidentali, ci siamo abituati a questa guerra”, e il compito dell’opposizione russa all’estero è proprio quello di mantenere alta la sensibilità su questo tema.

Natalia invita a non svicolare sempre nella retorica politologica degli esperti e degli osservatori, stando seduti sul divano: “Oggi è come nel 1943, bisogna credere nella vittoria del bene contro il male”. L’oppositrice russa dice che bisogna far sentire tutta la solidarietà anche ai coraggiosi che protestano contro la guerra in Russia e a quelli che lo fanno anche negli altri Paesi, perché “siamo tutti responsabili di quello che succede… è una guerra, non il campionato del mondo”. Un esponente del partito dei “libertari”, Mikhail Svetov, emigrato in Brasile, conferma che “la guerra è ormai diventata una routine… certo, formalmente si conserva la solidarietà occidentale, ma Putin conta sulla tendenza all’indifferenza”.

Secondo Svetov così è stata condotta la repressione delle manifestazioni russe di opposizione a partire dal 2011, aspettando che scemasse l’ardore dei giovani navalnisti e anticorruzione che si radunavano nella piazza Bolotnaja e nella cerchia dei giardini al centro di Mosca. Ora si attende il ritiro dell’appoggio di Europa e Usa. Putin aspetta il momento per rovesciare sull’Ucraina tutti i droni iraniani, e l’attesa del momento opportuno è “il segreto della longevità politica del presidente russo, quando può prendere d’assalto tutti i suoi nemici”, ricorda Svetov.

Čičvarkin assicura che “gli ucraini non hanno intenzione di arrendersi, per quante città e infrastrutture Putin intenda distruggere”. Ricordando la passione del presidente russo per il judo, sa che lui “vuole prendere tutti per il verso giusto e tenerli nella sua stretta, dove bastano 20 secondi di trattenuta per vincere”.

Il leader delle opposizioni “anti-guerra”, Kasparov, confida invece nell’assistenza degli Stati Uniti, che daranno agli ucraini le armi necessarie per resistere e colpire le basi missilistiche russe, anche sul territorio stesso della Russia. Sperando che questo non provochi infine l’esito tanto temuto delle bombe atomiche, nel momento in cui Putin capisse di essere solo contro il mondo intero. Secondo gli oppositori in esilio, la bomba finale dei russi andrebbe a finire su Varsavia, il vero grande nemico storico.

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