Oppio afghano, la nuova "guerra fredda" tra Mosca e Washington
Kabul (AsiaNews/Agenzie) - La nuova "guerra fredda" tra Russia e Stati Uniti rischia di scoppiare per colpa dell'oppio afghano. Ne sono convinti diversi esperti del settore, che notano la relazione tra la fallimentare lotta al narcotraffico condotta da Washington e l'emergenza droga a Mosca, con 7mila persone che ogni anno muoiono per overdose da eroina.
La coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan fornisce da sola il 90% dell'eroina consumata in tutto il mondo. La Russia, il più grande mercato per gli oppiacei illegali, sta affrontando una crisi della sanità pubblica e un incremento del narcotraffico legato al prodotto afghano. "Per Mosca - nota a Bloomberg Robert Legvold, membro del Comitato di studio sulla sicurezza internazionale dell'Accademia americana delle arti e delle scienze - questo è un problema molto serio e il malcontento su quanto è stato e non è stato fatto dura da tempo".
Nei 13 anni di presenza sul suolo afghano, gli Stati Uniti hanno investito 7,6 miliardi di dollari per contrastare le coltivazioni di papavero da oppio. Con il ritiro delle truppe secondo Yuri Fedotov, segretario esecutivo dell'Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), "molti posti di lavoro andranno persi e questo potrebbe essere un incentivo per aumentare la coltivazione dell'oppio".
Per Legvold però, tale questione alimenterà ancora di più la sfiducia tra le due potenze, perché "ha diffuso in Russia l'idea che dietro questo fallimento c'è qualcosa di più. Sostiene quanto detto da Putin e dal suo entourage che la politica estera Usa è stata intenzionalmente distruttiva".
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