Operazione umanitaria ad Homs, la città sotto assedio
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il regime siriano e l'Onu hanno concluso un accordo per l'uscita "imminente" di centinaia di civili dai quartieri centrali di Homs, come pure la distribuzione immediata di aiuti umanitari alla popolazione che sta morendo di fame.
La zona della città vecchia di Homs, in mano ai ribelli, da più di 600 giorni - dal giugno 2012 - è sotto l'assedio dell'esercito regolare.
Testimonianze raccolte dalla popolazione e da un sacerdote gesuita raccontano di situazioni drammatiche, segnate dalla fame, dalla mancanza di medicine, dai bombardamenti.
L'accordo è il primo gesto umanitario del regime dopo la prima tornata di dialoghi di Ginevra II. All'incontro l'Onu aveva spinto per aprire corridoi umanitari in diversi luoghi della Siria, fra cui Homs, ma le due parti non erano giunte ad alcun accordo. Il governo siriano infatti, è favorevole ad aiutare la popolazione civile, ma non i ribelli armati e i "terroristi".
Ora l'agenzia statale Sana afferma che "Talal al-Barazi, governatore di Homs e il coordinatore dell'Onu Yaacoub el Hillo hanno raggiunto un accordo per assicurare l'uscita di civili innocenti dalla città vecchia e l'entrata di assistenza umanitaria per i civili che scelgono di rimanere". Per attuare l'operazione, si osserverà una "pausa umanitaria" nei combattimenti. L'Onu ha confermato che tale "pausa umanitaria" permetterà "di fornire un aiuto vitale a circa 2500 civili". I ribelli non si sono pronunciati, ma si pensa che anch'essi osserveranno la "pausa".
Nell'accordo fra l'Onu e Damasco non si cita alcuna data, ma si pensa che l'operazione umanitaria comincerà oggi.
L'annuncio della tregua giunge proprio mentre in altre parti del Paese la guerra continua. Nei giorni scorsi l'esercito regolare ha cercato di riguadagnare la zona est di Aleppo, sotto i ribelli. Secondo l'Osservatorio siriano, nei bombardamenti sono morte almeno 250 persone, fra cui 76 bambini. I ribelli, a loro volta, hanno assaltato la prigione centrale e liberato centinaia di detenuti.
In marzo inizierà il quarto anno di guerra, che ha causato la morte di più di 130mila persone e distrutto le basi economiche del Paese. I dialoghi di pace tenutisi a Montreux e Ginevra alla fine di gennaio hanno dato esili speranze. Essi dovrebbero riprendere il 10 febbraio, ma il presidente Assad non ha ancora preso alcuna decisione in merito.