15/01/2025, 15.07
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Open Doors: cresce ancora la persecuzione anticristiana, Corea del Nord sempre in testa

di Daniele Frison

Diffusa la World Watch List 2025, elenco dei 50 Paesi con livelli estremi di oppressione. Analizzato il periodo da ottobre 2023 a settembre 2024. Aumento di violenze in Asia Centrale, in Kirghizistan e Kazakistan. In Myanmar cristiani "intrappolati nei combattimenti". Pakistan e India restano stabilmente tra i Paesi più a rischio. Migliora la situazione in Indonesia.

Roma (AsiaNews) - La persecuzione anticristiana è in crescita in tutto il mondo. Nell’ultimo anno i cristiani fortemente perseguitati e discriminati per ragioni di fede sono aumentati da 365 a 380 milioni: 1 su 7 a livello globale. La Corea del Nord è da anni il Paese maggiormente avverso al cristianesimo. Ma anche in Asia Centrale preoccupa il dilagante autoritarismo: in Kirghizistan e Kazakistan, ad esempio, aumentano le violenze contro le chiese, le limitazioni al diritto e alla libertà di associazione. È il quadro allarmante che emerge dal rapporto annuale dell’ong Open Doors che da ottobre 2023 a settembre 2024 nel mondo ha censito 4476 cristiani uccisi, 3944 vittime di abusi, 7mila attacchi alle chiese e 28mila a case o negozi di proprietà dei cristiani.

L’organizzazione di matrice evangelica, che dal 1955 difende i diritti delle comunità cristiane di tutte le denominazioni nel mondo, ha diffuso oggi la World Watch List 2025 (Wwl), cioè l'elenco dei 50 Paesi con il più alto grado di persecuzione. Il report viene redatto grazie all’apporto di 4mila persone, tra fonti locali, ricercatori e analisti. Dal 2016 la persecuzione è cresciuta costantemente: come nel 2024 si confermano 13 i Paesi - di cui 8 tra Asia e Medio Oriente - dove se ne registra un livello estremo, sui circa 100 monitorati. Open Doors analizza le pressioni su sei aspetti della vita dei cristiani - privato, famiglia, comunità, chiesa, vita pubblica, violenza - e considera quattro tipologie di comunità - migranti, non tradizionali, convertite e appartenenti alle Chiese storiche.

Per quanto riguarda l'Asia in Corea del Nord da anni è presente una politica di “tolleranza zero per i cristiani”, sottolinea il report: dai 50 ai 70 mila sono detenuti in campi di lavori forzati. “Brutali interrogatori” vengono imposti ai fuggitivi, che spesso sono “rimpatriati con la forza” soprattutto dalla Cina. Il clima di inospitalità causato dal regime di Pyongyang in cui vivono i cristiani alimenta il fenomeno della “Chiesa nascosta”. Qui, come in Afghanistan, la fede cristiana viene vissuta in maniera “totalmente clandestina”. Nel Paese che dal 2021 è in mano ai talebani - posizione 10 della World Watch List - “molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo), una grossa fetta è fuggita all'estero, mentre una piccola parte è riuscita a nascondersi”. Anche in Iran, alla nona posizione, i cristiani sono “costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi in casa”, riferisce Open Doors.

Il Myanmar per la prima volta scala la triste classifica raggiungendo il 13esimo posto, rientrando quindi tra i Paesi con un livello estremo di oppressione. Così come accade in Yemen - posizione 3 della lista - il conflitto armato costringe i cristiani a rimanere “intrappolati nei combattimenti in corso”, sottolinea Open Doors. In un contesto estremamente instabile che perdura dal colpo di stato militare del 2021, i cristiani “languono in campi di sfollati” - oltre 100 mila solo nello stato di Kachin - e “l’esercito attacca sempre più frequentemente le chiese cristiane, sospettate di ospitare ribelli”. Le persecuzioni contro i cristiani sono perpetrate anche dalle forze ribelli etniche e “da gruppi che traggono profitto dal traffico di droga e da altre attività illecite”.

Nel rapporto 2025 emerge il peggioramento delle condizioni di vita delle comunità cristiane dell’Asia Centrale. È emblematico il caso del Kirghizistan, che detiene il maggior aumento di punteggio dalla Wwl 2024, spostandosi dal 61esimo al 47esimo posto. Qui si registra un “aumento della violenza contro la chiesa”: Open Doors porta come esempio gli atti ostili commessi contro un’organizzazione cristiana di Karakul e la Chiesa Cattolica di San Nicola a Talas. Tali aggressioni fanno temere per il futuro del Kirghizistan, dove il presidente Sadır Japarov “sta accentrando il potere”. In Kazakistan - alla 38esima posizione, salito di 9 dal 2024 - “almeno 20 donne cristiane sono state abusate sessualmente a causa della loro religione, e altrettante sono state costrette a sposarsi con uomini musulmani”. Mentre sono stati segnalati anche “raid della polizia in 4 incontri di 3 comunità protestanti non registrate nel sud”, si legge nel report.

Per l’Asia del Sud si conferma stabile nei primi 10 Paesi della lista  - all’ottava posizione - il Pakistan, “la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana dopo la Nigeria (sono 3100 i cristiani uccisi solo qui, ndr)”, dice Open Doors. A influire su questo dato sono le leggi sulla blasfemia, che colpiscono i cristiani, l’1,8% della popolazione, “in maniera spropositata”. Anche l’India è stabile all’11esimo posto. “Denunciamo da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana, bersaglio di violenze e discriminazioni”, si legge nel nuovo rapporto. Nel periodo in esame sono 20 i cristiani uccisi, oltre 2 mila quelli detenuti senza processo “in carcere od ospedali psichiatrici”, e 459 le chiese o proprietà pubbliche cristiane attaccate. 

Infine, la World Watch List 2025 rileva anche alcune notizie incoraggianti. In Indonesia le forme di violenza estrema verso i cristiani sono meno frequenti dello scorso anno. Infatti, da ottobre 2023 “uccisioni documentate di cristiani per motivi religiosi e gli attacchi contro le chiese sono diminuiti”, dice Open Doors. Un cambiamento che potrebbe apparire “di poco conto” da un un punto di vista statistico, ma che in realtà è estremamente rilevante, e porta la nazione del sud-est asiatico a slittare dalla 42esima alla 59esima posizione.

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