Onu: zone di sicurezza in Siria un accordo incoraggiante, ma occorre verificarne l’applicazione
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres apprezza l’impegno di Russia, Turchia e Iran nel cercare di “mettere fine” all’uso delle armi. Quattro le aree di de-escalation. Resteranno in vigore per almeno sei mesi. Ma la delegazione siriana e il fronte dei ribelli ad Astana non firmano. A Sochi Turchia e Russia rilanciano la cooperazione bilaterale.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è “incoraggiato” dall’accordo raggiunto ieri fra Russia, Iran e Turchia, in base al quale verranno create “zone di sicurezza” e di “de-escalation” del conflitto in Siria. Secondo quanto riferisce Stephane Dujarric, portavoce del leader Onu, “sarà cruciale verificare che questo accordo serva davvero a migliorare le vite” della popolazione civile stremata da anni di guerra.
I governi di Mosca, Teheran e Ankara hanno firmato ieri ad Astana, capitale del Kazakistan, a conclusione dei colloqui di pace un documento che sancisce la creazione di quattro zone di sicurezza. Si tratta di un passo ulteriore nella direzione del cessate il fuoco entrato in vigore a fine dicembre.
L’accordo prevede il cessate il fuoco, il divieto di sorvolo dell’area, il rifornimento immediato di aiuti umanitari e il ritorno dei rifugiati. Le zone interessate dovranno essere attuate entro il 4 giugno e riguardano parti della provincia di Homs, nel centro del Paese, nel sud e nella enclave di Ghouta, e a est della capitale.
Informato della conclusione positiva delle trattative, il segretario generale Onu ha manifestato “apprezzamento” per l’impegno mostrato nel cercare di “mettere fine all’uso di tutte le armi, in particolare gli aerei” e la rapida fornitura di aiuti medici e delle necessità di base.
Le Nazioni Unite sono favorevoli a una de-escalation del conflitto, come sottolinea lo stesso inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura, presente ai colloqui di Astana. Per de Mistura l’accordo è “un passo importante, positivo e promettente, nella giusta direzione” per la fine dei combattimenti nel contesto di un conflitto divampato nel marzo 2011 e che ha causato sinora 320mila morti.
Più cauto il parere degli Stati Uniti, che nutrono dubbi sul ruolo dell’Iran pur esprimendo la speranza che l’accordo possa essere viatico per una tappa successiva dei negoziati. Entro le prossime due settimane si dovrà create un gruppo di lavoro chiamato a risolvere le questioni tecniche.
Fonti diplomatiche presenti ai colloqui nella capitale del Kazakistan affermano che le “zone di sicurezza” resteranno in vigore “per i prossimi sei mesi, con la possibilità di ulteriore proroga”. Tuttavia, l’accordo non è stato firmato né dalla delegazione del governo di Damasco, né dai portavoce dei gruppi ribelli presenti ad Astana. Oussama Abou Zeid, portavoce dei ribelli, si è detto contrario al fatto che “l’Iran sia fra i garanti dell’accordo”.
Nel frattempo si è concluso anche il vertice di Sochi, sul mar Nero, fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l’omologo russo Vladimir Putin. Entrambi, seppur sostengono fronti diversi nel contesto del conflitto siriano e partendo da visioni opposte, hanno sottolineato il desiderio di proseguire nel cammino di pace.
Il leader del Cremlino ha affermato che le relazioni fra Mosca e Ankara sono “pienamente ristabilite” dopo un periodo di turbolenze in conseguenza dell’abbattimento del caccia russo da parte dell’esercito turco al confine siriano. A conferma della ritrovata collaborazione, gli accordi commerciali firmati dai due governi e la cancellazione di alcune sanzioni riguardanti prodotti agricoli turchi come grano e olio di girasole.
28/11/2018 08:09