16/05/2008, 00.00
ASIA
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Onu: rallenta la crescita economica mondiale, corre l’inflazione

Nel rapporto di metà anno, l’organismo internazionale prevede una crescita minima o nulla per i Paesi sviluppati. Continuerà la rapida crescita dei Paesi in via di sviluppo, ma con la minaccia dell’inflazione. Se gli Usa non superano presto la crisi, toccherà ad altri Paesi, anche dell’Asia orientale, trainare l’economia mondiale.

New York (AsiaNews/Agenzie) – L’economia mondiale nel 2008 crescerà appena dell’1,8% a fronte di una prevista inflazione più che doppia: del 3,7%. E’ la pessimistica ma realistica previsione del tradizionale studio di metà anno delle Nazioni Unite su Situazione economica e prospettive, reso noto ieri.

Una crescita mondiale molto inferiore al +3,8% del 2007, mentre la fase recessiva proseguirà anche per il 2009 con un misero +2,1%. Il declino colpisce soprattutto i Paesi sviluppati, anzitutto gli Stati Uniti con un previsto  -0,2% nell’economia per il 2008 e un +0,2% nel 2009. Ma anche l’Europa occidentale con una crescita di solo l’1,1% nel 2008 (dopo il +2,6% del 2007) e il Giappone (+0,9% nel 2008 dopo il +2,1% del 2007).

Per i Paesi in via di sviluppo, in gran parte in Asia, è invece prevista una crescita del 5% nel 2008 e del 4,8% nel 2009, comunque inferiore al +7,3% del 2007. Per loro il grande nemico sarà l’inflazione, prevista avere una crescita mondiale del 3,7%, spinta dalla crescita del prezzo di petrolio e materie prime. Ma molti analisti stimano che sarà molto maggiore in Asia.

Il rapporto ritiene la crisi conseguenza di problemi strutturali, come le difficoltà delle economie più sviluppate (a cominciare dagli Usa colpiti dalla crisi dei mutui sub-prime e dal crollo dei prezzi immobiliari), il continuo deprezzamento del dollaro, l’aumento dei prezzi di petrolio e materie prime. Stima che gli Stati Uniti non abbiano ancora superato la fase di recessione (con aumento della disoccupazione, forte diminuzione degli investimenti immobiliari, generale sfiducia nel mercato). La diminuzione di importazioni negli Usa colpirà i commerci mondiali, previsti crescere solo del 4,7%, dopo il +7,2% del 2007. Per cui spetterà a Paesi sviluppati come alcuni Europei, Canada e Giappone insieme alle “economie emergenti dell’Asia orientale e ai principali esportatori di petrolio, avere un ruolo decisivo nella costruzione di una crescita economica più bilanciata e sostenibile”.

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