Onu: bambini indiani non più a rischio nei conflitti. Ma attivisti Kashmir contestano
Il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha rimosso l'India tra i Paesi che figuravano nel rapporto annuale sui minori nei conflitti armati. Ma un gruppo di attivisti ha documentati la violazione dei diritti dell'infanzia anche in anni molto recenti, mentre nella regione contesa con il Pakistan è tornata attiva una milizia civile contro i ribelli autonomisti.
New Delhi (AsiaNews) - Dopo 12 anni l’India non rientra più nella lista di Paesi che utilizzano i bambini nei conflitti armati. La decisione è stata presa dal segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, che ha lodato le misure adottate dal governo indiano per proteggere i minori nella regione a maggioranza musulmana e contesa con il Pakistan del Jammu e Kashmir.
A partire dal 2010 l’India appariva ogni anno nel “Rapporto delle Nazioni unite sui bambini e i conflitti armati” insieme a Paesi come Burkina Faso, Camerun, Ciad, Nigeria, Pakistan e Filippine per il presunto reclutamento di ragazzi da parte di gruppi armati e per la loro uccisione, detenzione e mutilazione da parte delle forze di sicurezza indiane. Pratiche che in base al documento di quest'anno, pubblicato il 27 giugno, ora sarebbero scomparse.
Tuttavia il Forum per i diritti umani in Jammu e Kashmir, un’organizzazione composta da ex funzionari del governo, giudici, avvocati e attivisti, ha evidenziato come nella regione, in realtà, le violazioni dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza siano continuate anche in anni molto recenti. Secondo quanto documentato lo scorso anno, i ragazzi continuano a essere molestati, prelevati per essere interrogati e detenuti illegalmente, in violazione del Juvenile Justice Act, una legge del 2015 sulla giustizia minorile e la cura e la protezione dei bambini.
Indevar Pandey, segretario del ministero per le Donne e lo Sviluppo dell’infanzia, ha dichiarato a The Indian Express che in Jammu e Kashmir “il Juvenile Justice Act non era stato applicato e le case per minori non funzionavano correttamente. Da allora sono state create altre strutture come i comitati per il benessere dell'infanzia, i consigli per la giustizia minorile e le case di cura per l'infanzia”. Tutte attività che il governo indiano ha attuato dal 2019 in collaborazione con i funzionari delle Nazioni unite. Lo stesso anno il governo indiano, guidato dal Bharatiya Janata Party (Bjp), da cui proviene il primo ministro indiano Narendra Modi, ha rimosso la parziale autonomia di cui godeva il Kashmir.
Ancora a maggio 2021 il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva espresso preoccupazione per le “gravi violazioni contro i bambini” nella regione, mentre nell’agosto dello stesso anno almeno nove minori tra i 14 e i 17 anni erano stati arrestati e detenuti dalla polizia per settimane, durante le quali sono anche stati picchiati, ha scritto il Forum per i diritti umani.
Inoltre l’area non risulta ancora del tutto pacificata. Al contrario: dopo alcuni attacchi armati avvenuti a gennaio nei villaggi al confine con il Pakistan, in cui due bambini sono stati uccisi e un adolescente è rimasto ferito, Delhi ha deciso di riattivare una milizia civile chiamata Village Defense Guards (Vdg). Istituita in origine nel 1995 con lo scopo di combattere i ribelli che chiedevano la completa autonomia o la fusione con il Pakistan, ha poi perso importanza. Ma gli assalti nei confronti di indù e sikh hanno accresciuto le richieste dei civili di essere armati e addestrati per intervenire in caso di emergenza e da gennaio sono entrati in servizio centinaia di persone.
09/08/2019 15:18
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