Onu: Il rapporto Goldstone è “legittimo”, anche col voltafaccia dell’autore
di Joshua Lapide
Richard Goldstone, ebreo sudafricano, ritratta le conclusioni e afferma che i “possibili crimini di guerra” di Israele a Gaza non erano “intenzionali”. La risposta di una famiglia palestinese a cui i soldati israeliani hanno ucciso 28 membri. In questi anni Goldstone è stato ostracizzato dalla comunità ebraica internazionale e dalla sua comunità: gli era proibito anche partecipare alla preghiera.
Gerusalemme (AsiaNews) – Il Consiglio Onu per i diritti umani ha affermato che il rapporto Goldstone sulla guerra di Gaza nel 2008-2009 ( operazione “Piombo fuso”) rimane “legittimo” anche se uno degli autori, il giudice Richard Goldstone ha avuto dei ripensamenti. Cedric Sapey, portavoce dell’organismo, ha detto che “I rapporti Onu non si possono cancellare sulla base di un commento dato ad un giornale”.
Il riferimento è all’articolo che lo stesso Goldstone ha firmato il 1° aprile sul Washington Post (v. http://www.washingtonpost.com/opinions/reconsidering-the-goldstone-report-on-israel-and-war-crimes/2011/04/01/AFg111JC_print.html), in cui egli corregge alcune tesi inserite nel rapporto al momento della pubblicazione (v. 16/09/2009 Onu: Israele e Hamas colpevoli di crimini di guerra a Gaza) e difese anche in seguito (v. 26/10/2009 Goldstone sfida gli Usa sui crimini di Gaza. La Cina si schiera con Israele).
Secondo il rapporto, l’esercito israeliano e Hamas si sarebbero macchiati di “possibili crimini contro l’umanità” per aver preso di mira dei civili. Al tempo, organizzazioni umanitarie hanno dichiarato che l’operazione “Piombo fuso” è costata la vita a 1400 palestinesi, in grande maggioranza civili e bambini; fra gli israeliani i morti sono stati 3 civili e 10 militari. A causa di questo rapporto, l’assemblea generale dell’Onu ha chiesto a Israele e palestinesi di avviare inchieste su possibili crimini di guerra.
Israeliani e palestinesi di Hamas hanno rifiutato il rapporto Goldstone, accusandolo di parzialità, ma lo stesso Goldstone ne ha difeso l’onestà.
Il suo “voltafaccia” di questi giorni consiste nel fatto che nell’articolo egli ora afferma che i possibili crimini di Hamas erano “intenzionali”, miranti a colpire i civili; quelli dell’esercito israeliano erano “non intenzionali”, causati da diversi errori di interpretazione dei dati.
Goldstone esprime dispiacere che Israele non abbia collaborato con la commissione d’inchiesta e questo ha generato in lui la mancanza di molti elementi di giudizio.
Israele ha rifiutato fin dall’inizio ogni collaborazione con l’inchiesta perché rifiuta interventi esterni su fatti che esso considera “affari interni”.
Nel suo articolo cita come esempio di “errore” nell’interpretare i dati, l’uccisione di 28 membri della famiglia palestinese al-Simouny, e apprezza che l’esercito israeliano abbia aperto un’inchiesta su questo eccidio. Interrogata da un giornalista, membri superstiti della famiglia Simouny si domandano esterrefatti: “Come è possibile che tutte queste morti siano accidentali, frutto di una interpretazione errata? Hanno ucciso uomini, donne, bambini….” (v. http://www.salem-news.com/articles/april042011/cast-lead-ko.php).
I giornali israeliani traboccano di lodi e di apprezzamento per quello che altri chiamano il “voltafaccia” di Goldstone. In tutti questi anni il giudica sudafricano, un ebreo ortodosso, era stato subissato da critiche feroci che lo accusavano come “traditore”. Il mondo ebraico internazionale gli è stato contro e perfino la sua sinagoga gli ha negato il permesso di partecipare alla preghiera.
Ora che Goldstone ha ritrattato, Israele chiede che tutto il rapporto venga cancellato, ma la Commissione Onu per i diritti umani ne ha affermato il valore. Per cancellarlo occorre che Goldstone presenti una richiesta scritta.
Vedi anche