13/12/2024, 13.10
THAILANDIA
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Onu: 5,3 milioni i migranti in Thailandia, limiti nell'accoglienza

di Steve Suwannarat

A cinque anni dal precedente diffuso nel 2019, un nuovo rapporto curato dalle Nazioni Unite fa il punto sulle politiche di Bangkok che - nonostante la sua crisi - continua ad attrarre migliaia di persone dai Paesi confinanti. Pur rilevando passi avanti, si denunciano situazioni ancora precarie su condizioni di lavoro e assistenza sociale. Il nodo dei birmani che fuggono dalla guerra.

Bangkok (AsiaNews) - Il nuovo rapporto della Rete Onu sulle migrazioni (Unmn) in Thailandia, il primo dal 2019, sottolinea potenzialità e limiti dell'accoglienza e della gestione dei lavoratori stranieri, ancor più in un Paese che, nonostante la crisi in atto e le prospettive negative, conserva una forte attrattiva per popolazioni confinanti (e non solo) alle prese con guerra, repressione e mancanza di prospettive.

La sesta edizione del rapporto fornisce un’analisi complessiva dei molteplici aspetti dell’origine dell’immigrazione, come pure delle politiche in atto in Thailandia e della realtà degli immigrati. A partire da dati numerici che mostrano un’ulteriore crescita degli arrivi nel quinquennio. Gli individui di nazionalità diversa da quella thailandese presenti nel Paese erano 4,9 milioni nel precedente rapporto, sono ora almeno 5,3 milioni, con un incremento dell’otto per cento. Si sottolinea anche come la Thailandia sia non solo un Paese di transito per migranti, profughi e richiedenti asilo, oltre che per vittime della tratta di esseri umani, ma da qui abbia origine una consistente emigrazione verso l’area del Sud-Est asiatico e altrove, situazione questa che dovrebbe garantire una migliore comprensione della questione migratoria nelle sue sfaccettature.

“Questo rapporto offre una panoramica delle opportunità portate dagli immigrati e le sfide che si trovano a affrontare. Ci permette di evidenziare il ruolo cruciale che la Thailandia può giocare come Paese di riferimento del Global compact per le migrazioni”, ha commentato la coordinatrice Onu residente per la Thailandia, Michaela Friberg-Storey.

Negli undici capitoli del lavoro, gli esperti delle nove agenzie Onu coinvolte hanno descritto la situazione secondo quattro aree tematiche: la necessità di garantire a ciascuno equità di trattamento, le condizioni di impiego, i diritti umani e l’accesso alla giustizia, la crescente tutela sociale e disponibilità di assistenza medica.

La migrazione per lavoro da Paesi confinanti - soprattutto Cambogia, Laos e Myanmar - resta centrale nella realtà migratoria thailandese, come dimostrato da oltre 2,3 milioni di immigrati regolari provenienti da queste nazioni registrati attualmente. Ciò nonostante, la Thailandia continua a imporre ai suoi immigrati condizioni spesso al limite sul piano dei compensi, delle condizioni di lavoro, della sicurezza e dell’assistenza sociale. Situazioni evidenziate nel rapporto come pure l’incremento nella mobilità delle persone coinvolte nel fenomeno migratorio come conseguenza della pandemia e del conflitto nel confinante Myanmar - ancora in atto - che ha portato a raddoppiare fino a 1,8 milioni il numero di birmani in situazione irregolare giunti nel Paese

“Con il conflitto in Myanmar in intensificazione e un flusso di birmani verso il confine thailandese, la necessità di politiche complessive che affrontino le necessità specifiche e le vulnerabilità dei migranti non sono mai state così urgenti”, ha sottolineato Géraldine Ansart, capo-missione dell’Organizzazione mondiale. delle migrazioni in Thailandia e coordinatrice dell’Unmn in Thailand. Necessità che chiamano all’azione le autorità di Bangkok anche per mantenere gli impegni internazionali presi e per garantire uno sviluppo sostenibile per il Paese.

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