Ong: entro la fine dell’anno fame e carestie uccideranno i bambini libanesi
Per Save the Children un milione di persone nella capitale non riescono più a soddisfare le necessità di base per cibo e risorse alimentari. Si aggravano gli effetti della crisi economica, la moneta locale ha perso oltre l’80% del valore. Una tempesta che travolge tutti: famiglie libanesi, rifugiati palestinesi e siriani.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Circa un milione di persone a Beirut non riescono più a soddisfare le necessità di base in cibo e risorse alimentari e i bambini, fra le categorie più a rischio, potrebbero anche morire di fame entro la fine dell’anno. È l’allarme lanciato oggi dagli esperti di Save the Children, secondo cui 910mila - oltre la metà di queste bambini - nell’area della Grande Beirut non hanno più quantità sufficienti di cibo a causa della crisi economica.
“Inizieremo a vedere - sottolinea Jad Sakr, direttore locale dell’Ong - i bambini che muoiono di fame prima della fine dell’anno”.
Da settimane il Libano è teatro di violente proteste anti-governative, acuite dalla iper-svalutazione della moneta e dalla peggiore crisi economia da decenni, inasprita dalla pandemia di Covid-19. Sul rischio povertà e il crollo del patto politico, sociale e istituzionale sul quale si fonda il Paese dei cedri è intervenuto a più riprese anche il patriarca maronita, il card Beshara Raï, attaccando fra le altre Amal ed Hezbollah, che alimentano “caos e rivolta”.
Nell’ultimo periodo l’economia del Paese del cedri è a rischio collasso, con la moneta locale che ha perso oltre l’80% del suo valore. Negozi e attività commerciali hanno chiuso in massa e la povertà aumenta ad un ritmo allarmante, così come la disoccupazione soprattutto giovanile. Vi sono anche suicidi provocati dalla miseria.
La crisi economica, la peggiore secondo gli esperti nella storia della nazione, è aggravata dalla perdita di reddito causata dalla pandemia di Covid-19.
“Questa crisi colpisce tutti: famiglie libanesi, rifugiati palestinesi e siriani” ha aggiunto Sakr. L’Ong caritativa riferisce il caso di una giovane madre siriana che vive nel sud del Libano, la cui figlia di nove anni si è offerta per vendere tessuti e capi di abbigliamento sull’autostrada perché i suoi figli non morissero di fame. Gli attivisti hanno rivolto infine un appello alle autorità di governo, che non hanno ancora raggiunto un accordo col Fondo monetario internazionale (Fmi) per gli aiuti di emergenza, per l’istituzione di meccanismi di assistenza che coprano le esigenze primarie delle fasce più vulnerabili.
31/01/2022 11:03
31/01/2018 08:47