Ong accusa Delhi di demolire i rifugi per i senzatetto in vista del G20
L'attivista locale Sunil Kumar Aledia ha tentato di rivolgersi all'Alta corte della capitale, ma lo smantellamento degli alloggi è avvenuto prima di un'udienza prevista. In una lettera inviata dal governo locale all'azienda responsabile delle demolizioni si legge che lo spostamento dei mendicanti è necessario in previsione del vertice dei grandi della politica globale.
New Delhi (AsiaNews) - Almeno otto rifugi notturni per i senzatetto sono stati demoliti la settimana scorsa nella capitale, un’operazione che, secondo gli attivisti locali serve per l’“abbellimento” della città in vista del G20 che si terrà a Delhi a inizio settembre.
"Dopo aver lavorato tutto il giorno, torniamo qui per riposare e dormire", ha raccontato a Scroll Jairm Trivedi, originario di Kanpur nell'Uttar Pradesh e che nella capitale si guadagna da vivere facendo lavoretti: "Questi rifugi ci davano la sensazione di essere a casa".
Il 10 marzo alcuni bulldozer sono entrati nella zona di Yamuna Pushta, lungo le rive del fiume vicino al capolinea degli autobus interstatali e hanno lasciato migliaia di persone senza dimora. Per Sunil Kumar Aledia, che gestisce un'organizzazione chiamata Center for Holistic Development il governo "vuole portare i delegati del G20 in visita al sito di Yamuna Pushta. E così, queste povere persone vengono rimosse”.
Le demolizioni sono state eseguite dal Delhi Urban Shelter Improvement Board, un'agenzia dipendente dal governo cittadino di Delhi (oggi guidato dall'Aam Aadmi Party) che si occupa del ricollocamento delle baraccopoli e di insediamenti abusivi. I funzionari dell’azienda hanno dichiarato di non sapere nulla riguardo i piani delle autorità in previsione del G20, ma allo stesso le persone che utilizzavano i rifugi notturni hanno detto di non aver ricevuto nessun avviso preventivo: “Sono arrivati con 200 poliziotti e hanno abbattuto i rifugi in un batter d'occhio”, ha spiegato Sharda Sharma, una donna di 49 anni che da anni vive a lungo la riva del fiume Yamuna, il più grande affluente del Gange dell’India settentrionale.
Il 15 dicembre il Delhi Urban Shelter Improvement Board aveva ricevuto dal governo locale l’ordine di far sgomberare i mendicanti stanziati intorno al capolinea degli autobus. Nel documento, visionato da Scroll, si legge che “l’esercizio è necessario in vista delle riunioni del vertice del G20”.
Il 9 marzo l’attivista, a nome di uno dei mendicanti del posto, si era rivolto all’Alta corte di Delhi chiedendo che i rifugi non venissero demoliti. Il Delhi Urban Shelter Improvement Board ha quindi sostenuto che avrebbe smantellato alloggi temporanei e che i senza tetto sarebbero stati trasferiti in residenze permanenti. A quel punto il tribunale aveva concesso agli avvocati dell’appellante di ispezionare i rifugi di nuova costruzione e di riferire poi alla corte il 14 marzo. Il rapporto stilato dai legali afferma che gli alloggi proposti dall’azienda non sono nuovi, sono lontani e sono già occupati.
Ma il documento non ha fatto in tempo ad arrivare in tribunale: i rifugi (che secondo Aledia possono dare riparo fino a 5mila persone) sono stati demoliti prima dell’udienza in programma. Nei giorni scorsi decine di senzatetto che si trovano ancora sulle rive del fiume hanno raccontato di essere stati colpiti dalla polizia quando hanno tentato di impedire la demolizione dei rifugi. "Ogni tanto vengono con gli autobus e ci rimuovono con la forza", ha aggiunto Jairam Trivedi. "Poi ci lasciano in mezzo al nulla".
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