Oms, ministro siriano: le ingiuste sanzioni Usa e Ue ostacolano la lotta al Covid-19
All’assemblea annuale Nizar Yazigi ha attaccato il “blocco disumano” imposto dall’Occidente al Paese arabo. Oltre ad aver paralizzato la vita economica e sociale, le sanzioni hanno colpito la sanità e ne chiede la rimozione. Ma Washington è pronta a varare una legge che colpisce in modo ancor più duro Assad e il governo.
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Le “coercitive e ingiuste” sanzioni occidentali stanno colpendo in modo durissimo la sanità e la medicina territoriale del Paese, impegnata nella dura lotta di contenimento alla pandemia di nuovo coronavirus e per questo vanno rimosse. È quanto ha sottolineato ieri, durante la riunione in videoconferenza degli Stati membri dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), il ministro siriano della Sanità secondo cui la nazione è già martoriata da nove anni di conflitto e potrebbe rischiare il collasso.
“Le sanzioni economiche - ha sottolineato Nizar Yazigi ai partecipanti della “virtuale” assemblea annuale Oms - hanno sinora ostacolato in modo grave le capacità di funzionamento di molti servizi essenziali, in particolare dei servizi sanitari” oltre ad aver paralizzato la vita economica e sociale. Il riferimento dei ministro della Sanità iraniano è al “blocco disumano” adottato da Stati Uniti e Unione europea, tuttora in vigore nonostante gli appelli. “Chiediamo - ha concluso - una volta di più la rimozione in modo da poter garantire la salute e la sicurezza dei nostri cittadini”.
Personalità cristiane hanno chiesto la cancellazione delle sanzioni, per lenire le sofferenze della popolazione. Dall’arcivescovo maronita di Damasco che parla di Paese nella “fossa”, al vicario apostolico di Aleppo secondo cui sono un “crimine” che “affossa la popolazione”, passando per un medico cristiano che le considera un “ostacolo” nella lotta al Covid-19 si moltiplicano le voci critiche. Fra queste lo stesso papa Francesco, che nel messaggio pasquale ha chiesto che “si allentino […] le sanzioni internazionali”, pur non nominando in modo esplicito la Siria e l’Iran.
A differenze di molte altre nazioni del Medio oriente, fra cui l’Iran e la Turchia, la Siria sinora non ha registrato un picco nei contagi di nuovo coronavirus. Tuttavia, secondo gli esperti il bilancio potrebbe essere di gran lunga sottostimato. Le stime ufficiali parlano di 58 contagi e tre vittime ufficiali.
L’appello lanciato ieri all’Oms dal ministro siriano della Sanità sembra destinato a cadere nel vuoto, soprattutto oltreoceano. Nelle prossime settimane Washington si appresta infatti ad attuare la Caesar Syria Civilian Protection Act, una legge ancor più punitiva che sanziona il governo siriano e lo stesso presidente Bashar al-Assad per i (presunti) crimini contro il popolo siriano. La nuova norma dovrebbe entrare in vigore a giugno e colpirà chiunque aiuterà o collaborerà con la leadership del Paese arabo.
24/06/2021 11:20