Omicron alle porte di Pechino: rischi per le Olimpiadi invernali
Focolaio a Tianjin: pericolo contagio dai numerosi pendolari. Casi anche nel Guangdong, Shaanxi ed Henan. Con strategia “zero Covid” gli atleti positivi non potranno gareggiare. Isolati il personale degli impianti olimpici e le Forze dell’ordine. Chiuse località turistiche che ospitano gare di sci.
Pechino (AsiaNews) – Il Covid-19 minaccia lo svolgimento delle Olimpiadi invernali in Cina. Diversi casi della variante Omicron sono stati scoperti alle porte della capitale, che dal 4 febbraio ospiterà i Giochi.
A causa della strategia “zero Covid” del governo, per soli 192 casi ci sono 20 milioni di cinesi in lockdown. Si tratta dei contagi accertati ieri sera dalle autorità sanitarie in tutto il Paese. Almeno 110 sono infezioni domestiche, 87 localizzate in tre città dell’Henan, nella Cina centrale.
Sono in totale quarantena Xi’an (Shaanxi), Yuzhou e Anyang nell’Henan. Il focolaio della variante Omicron ad Anyang sarebbe collegato a quello scoppiato a Tianjin, grande porto a poco più di 100 km da Pechino. Come spiega il governativo (e nazionalista) Global Times, i contagi nel centro portuale di 14 milioni di abitanti rappresentano un pericolo diretto per la capitale, dato il gran numero di pendolari che fanno la spola tra le due città.
Negli ultimi giorni le autorità sanitarie hanno riscontrato anche otto casi a Shenzhen (Guangdong). L’hub tecnologico nel sud della Cina si trova ora in parziale chiusura, con l’intera popolazione (12,5 milioni) sottoposta a controlli obbligatori. Casi di Omicron si sono avuti anche nella vicina Guangzhou.
Con l’avvicinarsi delle vacanze per il Capodanno lunare del primo febbraio, gli organi sanitari nazionali escludono possibili allentamenti dei protocolli. La rigida politica anti-Covid del governo sembra prevenire intense esplosioni di contagi, rischia però di bloccare il Paese, con danni anche alla kermesse olimpica.
Migliaia di atleti da ogni parte del mondo sono in arrivo a Pechino: se trovati positivi non potranno gareggiare, a meno di ottenere una deroga ad hoc dalle autorità cinesi. Lo stesso discorso vale per il personale impiegato negli impianti olimpici e per gli spettatori.
La capitale si trova ora isolata in una “bolla”: addetti allo svolgimento degli eventi e le Forze dell’ordine devono effettuare test giornalieri per il coronavirus. Non sono ammessi spettatori dall’estero, mentre il pubblico cinese potrà assistere alle competizioni senza gridare o incitare gli atleti.
Gli impianti per le gare di sci e snowboard si trovano a Yanqing, a 75 km dal centro della capitale, e a Zhangjiakou (Hebei). In questa seconda area tutte le principali località sciistiche e turistiche devono rimanere chiuse fino al 30 marzo, a svantaggio dell’economia locale.
02/01/2018 08:54
14/03/2022 11:54