Oltre 3mila ex guerriglieri maoisti entrano nell'esercito nepalese
Kathmandu (AsiaNews) - Sono 3.128 gli ex guerriglieri maoisti che da oggi faranno parte dell'esercito regolare nepalese come soldati semplici e ufficiali. Nei giorni scorsi i militari hanno preso ufficialmente possesso dei 15 campi di addestramento ancora in mano ai ribelli sparsi per tutto il territorio del Paese. Il premier maoista Bhattarai ha dichiarato che tale evento segna la fine "dei due eserciti per un solo Stato" e dà buona speranze per una riconciliazione generale dopo 10 anni di guerra civile fra maoisti e sostenitori della monarchia indù.
Nei prossimi mesi verranno integrati altri 3500 combattenti. Il numero rispetta gli accordi fra Onu, governo nepalese e leader maoisti. Ai restanti 13mila è stato proposto un programma di inserimento nel mondo del lavoro e un sussidio fino a 50mila dollari, per i quadri di alto grado. Tuttavia, una parte dell'ex Nepal People Liberation Army (Npla) considera la consegna delle armi e l'abbandono della lotta un affronto all'ideale maoista e a 11 anni di guerra contro i poteri forti rappresentati dai partiti conservatori ancora vicini alla monarchia.
Gli esperti sottolineano che tale divisione potrebbe interrompere il programma di reintegro dei miliziani nella società e nell'esercito. Secondo fonti militari vi sarebbero almeno 3mila i guerriglieri che stanno premendo per entrare nei battaglioni del Nepal Army (Na), rifiutando l'opzione del reinserimento da civili. Altre migliaia avrebbero invece optato per il ritiro volontario, ma senza cedere le proprie armi. Nei giorni scorsi l'esercito nepalese ha denunciato la scomparsa di diverse armi e munizioni dai vecchi accampamenti. A rubare gli armamenti sarebbero stati uomini vicini a Mohan Baidhya, ex generale maoista, contrario al disarmo delle truppe ribelli.
La scorsa settimana il leader ha attaccato con i suoi uomini alcuni accampamenti e ferito quattro ufficiali maoisti, costringendo gli ex guerriglieri a chiedere la protezione dell'esercito.
Intervistato da AsiaNews, Bidhya, definisce il piano di reintegro "un insulto al People Liberation Army e alla guerra che ha permesso la liberazione del Nepal. Egli sottolinea che i maoisti "Non possono arrendersi alle elite che per anni hanno oppresso le minoranze e i più deboli". Il leader annuncia uno sciopero generale in vista della consegna della nuova costituzione, il cui termine scade il 27 maggio.
La guerra civile del Nepal ha contrapposto per 11 anni esercito e guerriglieri maoisti, che combattevano con l'obiettivo di rovesciare il regno e istituire la Repubblica popolare del Nepal. Il conflitto si è concluso con la caduta della monarchia assoluta indù a cui è seguito un accordo globale di pace tra esercito e maoisti firmato il 21 novembre 2006 davanti a Onu e comunità internazionale. La guerra ha fatto più di 12.800 morti e circa 100mila rifugiati.