Oculista coreano contro la cecità nel Terzo Mondo: Il dono del card. Kim mi ha cambiato
Joo Choun-ki è uno dei più importanti oculisti oftalmologi della Corea del Sud: rettore dell’Università cattolica di Seoul, ha studiato per decenni le cataratte. Alla morte dell’arcivescovo di Seoul, secondo le sue volontà, gli ha esportato le cornee per ridare la vista a un malato: “Un gesto di amore che ha cambiato la mia vita”. Ora è impegnato nell’aiutare i bambini di Kenya, Cina, Haiti e Nepal.
Seoul (AsiaNews) – La morte e il testamento spirituale del cardinale Stephen Kim Sou-hwan “mi hanno aperto gli occhi. Ho espiantato le cornee del defunto arcivescovo, come previsto dalle sue ultime volontà, e quel gesto di amore ha cambiato la mia vita”. Joo Choun-ki è uno dei più importanti oculisti oftalmologi della Corea del Sud: rettore dell’Università cattolica di Seoul, ha studiato per decenni le cataratte. Ora la sua vita è dedicata ai meno fortunati: “Non voglio più essere un dottore eccellente, ma un buon dottore”.
Lo possono testimoniare decine di bambini del Kenya, della Cina continentale e di Haiti. Qui il medico ha iniziato a prestare servizio volontario una volta l’anno, e quello che era un impegno marginale sta diventando il fulcro della sua vita: “La morte del card. Kim è stato il messaggio più potente che potessi ricevere. È stato uno dei leader spirituali più rilevanti del Paese, e ha lasciato dietro di sé le sue cornee e un rosario. Ho iniziato a pensare a quello che è davvero importante nella vita”.
Una frase dell’allora arcivescovo di Seoul è stata per Joo una sorta di crocevia: “Spesso diceva che, se non fosse divenuto sacerdote, sarebbe voluto essere un medico per illuminare il mondo. Ho pensato molto a questo concetto, e ho capito diverse cose”. Alla fine del 2009, anno della scomparsa di Kim, il medico va in Kenya: “I bambini che vivono nei rifugi di quel Paese sono tutti affetti da problemi agli occhi, che derivano dalla cenere dei fuochi accesi al chiuso. Non poterli aiutare tutti mi ha spezzato il cuore”.
Tuttavia, grazie al suo impegno 18 piccoli ricoverati del Kericho Hospital hanno riaperto gli occhi: “Vedere la loro gioia e la gratitudine delle loro madri mi ha fatto capire cosa vale davvero nella vita”. Le cataratte rappresentano la causa del 51% della cecità mondiale: circa 20 milioni di persone non vedono più a causa di questo problema, che nei Paesi sviluppati è di facile risoluzione. In quelli del Terzo mondo, rappresenta invece una condanna senza appello.
Dopo il Kenya, Joo ha prestato servizio volontario in Cina continentale e ad Haiti. Ora sta progettando un viaggio in Nepal: “Ho quasi 60 anni, e da ora in avanti voglio fare quello che è davvero importante e che, al contempo, mi dà tanta gioia. La vita è troppo breve per sacrificarla nella ricerca di qualcosa che potrei non raggiungere mai”.
23/03/2010
28/04/2021 08:44